Punto di vista

Stop ai pregiudizi, i nigeriani di Genova: “Non siamo mafiosi, siamo lavoratori”

La comunità nigeriana è presente in città dal 1992 circa, ma solo oggi ha deciso di presentarsi e di rompere il silenzio per le "numerose etichette razziste ricevute"

comunità nigeriana genova

Genova. “Non siamo criminali né mafiosi, siamo lavoratori” così la comunità nigeriana di Genova, di cui Wale Adeniji è portavoce, denuncia le “etichette a sfondo mafioso” – come si legge in una nota diffusa – che hanno ricevuto negli anni e nell’ultimo periodo.

“Abbiamo deciso di rompere il silenzio e di presentarci ai genovesi, a cui chiediamo una mano per trovare lavoro, perché troppo spesso veniamo denigrati ingiustamente. In Liguria risiedono circa 1.500 nigeriani, la maggior parte a Genova, e siamo lavoratori o persone in cerca di lavoro. Alcuni delinquono, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio” sottolinea Wale Adeniji.

“Troppo spesso una comunità straniera, in Italia viene associata a attività criminali. Ma non è così. Ripeto, ci sono ragazzi nigeriani che hanno molta voglia di lavorare, alcuni hanno trovato impiego a Fincantieri, sono in regola, hanno una famiglia e sono persone per bene” continua.

La comunità nigeriana a Genova è ben radicata e presente fin dal 1992 circa. Ma solo oggi decide di farsi conoscere ed esprimere il proprio malcontento per le numerose etichette razziste ricevute: “In tanti anni non ci siamo mai esposti, ma oggi credo sia opportuno far sentire la nostra voce, per abbattere pregiudizi e luoghi comuni” dice ancora Wale Adeniji.

Like Benson, 33 anni, nigeriano, educatore sociale residente a Genova da 13 anni, aggiunge: “La comunità negli anni è cambiata. Prima erano pochi i nigeriani che lavoravano, ma ora non è più così. Per esempio, in centro storico su cinque ristoranti tre sono gestititi da nigeriani. Molti sono impegnati nella ristorazione, molti altri invece nell’edilizia“.

E conclude: “Ci vorrebbe più dialogo con l’amministrazione, per ricevere maggiori informazione e venire a conoscenza di opportunità lavorative, anche tramite bandi comunali”.

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