Lettera al direttore

Riflessione

La lettera di un cittadino: “Senza democrazia nessuna funivia”

La proposta di pratiche che consentono un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni pubblici

funivia forte begato

Genova. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un abitante di Oregina bassa, Nicola Vallinoto, sulla questione funivia e democrazia partecipativa:

In questi ultimi decenni la democrazia ha sviluppato pratiche che consentono un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni pubblici. Aldilà della democrazia rappresentativa con la quale scegliamo i nostri rappresentanti nelle varie istituzioni, dal Comune al Parlamento europeo, vi sono in giro per il mondo centinaia di esempi concreti di democrazia partecipativa tramite i quali i cittadini partecipano attivamente alle deliberazioni che li riguardano.

Due esempi su tutti:
1) il bilancio partecipativo nato a Porto Alegre con il quale i cittadini scelgono quali progetti poter finanziare con una quota significativa del bilancio comunale.
2) La piattaforma digitale Decidim adottata dalla città di Barcellona con la quale i cittadini partecipano alla vita locale e presentano progetti e iniziative che vengono adottate dal Consiglio comunale.
Tra questi esempi di democrazia partecipativa e quanto accade nella nostra città esiste una distanza abissale che colpisce per la sordità istituzionale alle richieste dei cittadini e dei vari comitati sorti in ogni circoscrizione. E questo nonostante la comunicazione sia uno degli assi strategici dell’attuale amministrazione. Il problema è che si tratta di una comunicazione unidirezionale dall’alto verso il basso come successo per la funivia del Lagaccio la cui realizzazione è stata comunicata a decisione avvenuta senza alcun coinvolgimento degli abitanti del quartiere che si trovano a dover subire le conseguenze di una struttura imponente con piloni alti 70 metri in mezzo alle case e sopra un rio tombinato.
Tutto ciò senza alcuna assemblea pubblica preventiva dove illustrare i vantaggi e le criticità dell’opera, dove poter ascoltare e confrontarsi con chi ha ideato e presentato il progetto. Con un confronto pubblico si potevano raccogliere idee e suggerimenti per migliorare la proposta e magari trovare strade alternative per arrivare ai forti di Genova ai quali sarebbero dovuti andare la gran parte dei finanziamenti del Pnrr destinati alla loro riqualificazione e non una quota minoritaria come prevede il progetto attuale. Addirittura si cominceranno i lavori senza una valutazione di impatto ambientale. La conclusione per quanto mi riguarda è ovvia: senza democrazia nessuna funivia.

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