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Ponte Morandi, un anno dopo il crollo raddoppiate le ispezioni ravvicinate sui viadotti e il budget di Aspi per la manutenzione impenna

Aspi sul primo tronco spese per le manutenzioni 3 milioni nel 2016, 4,6 nel 2017, 2,3 nel 2018. Nel 2020 ha investito 22,3 milioni

crollo ponte morandi

Genova. Ispezioni ravvicinate raddoppiate e un aumento considerevole degli investimenti di Aspi per la manutenzione a partire dal 2019, un anno dopo il crollo del Ponte Morandi. Nel 2018 furono stanziati per ponti e viadotti del tronco di Genova 2,3 milioni di euro, che l’anno dopo divennero 9,8 milioni e nel 2020 addirittura 22,3 milioni. Lo ha spiegato in aula nell’ambito del processo per il crollo del viadotto Polcevera Matteo Marvogli, dal 2019 al 2021 direttore dell’area tecnica del primo tronco di Autostrade, vale a dire quello di Genova. Solo per fare un raffronto, sul primo tronco le spese per la manutenzione erano state complessivamente di 5,8 milioni nel 2015, 3 nel 2016, 4,6 nel 2017 e 2,3 appunto nel 2018.

Marvogli, in Aspi da 12 anni e oggi direttore del quarto tronco (quello di Firenze), fu chiamato a Genova nell’ottobre 2019. “In linea generale ho constatato una non corretta applicazione del manuale di Spea in termini di voti – ha spiegato rispondendo alle domande del pm Walter Cotugno – nel senso o il difetto non era rilevato correttamente o se lo era il voto poi non era correttamente assegnato”.

Quando è arrivato a Genova nel 2019 Aspi aveva cominciato ad affiancare alle ispezioni compiute da Spea quelle di una società esterna indipendente: e a quel punto i voti negativi circa i “difetti” delle strutture erano improvvisamente impennati verso l’alto (questo era già stato spiegato i aula dai testi Zimmaro e Pancani).

In quella fase le ispezioni furono fatte con l’ausilio di tre by bridge (le piattaforme di sollevamento che consentono ispezioni ravvicinate) e tutti i viadotti più alti del tronco, che non potevano essere esaminati da vicino per pile alte o presenza di arcate, furono ispezionati con i mezzi speciali: in un anno le esaminarono tutte, circa 250 tra ponti e viadotti.

E prima? “Negli anni precedenti a quel che risulta – ha spiegato il teste – veniva utilizzato un solo by bridge su tutto il tronco e le ispezioni ravvicinate avvenivano solo ogni due anni”.

Marvogli ha fornito spiegazioni puntuali anche su questioni gestionali e di responsabilità in capo ad Aspi circa la manutenzione e la sorveglianza dei viadotti e all’analisi delle relazioni che arrivavano da Spea. In particolare ha spiegato che dalla fine del 2017, dopo un’ordinanza di indirizzo interna, le commesse per la manutenzione e il relativo budget fossero in capo direttamente al tronco autostradale mentre prima erano di competenza delle direzione generale di Autostrade che poi le inviava al tronco.

Con il 2017 il tronco diventa di fatto responsabile di tutta la conservazione dell’infrastruttura – ha detto rispondendo a una domanda del presidente del collegio Paolo Lepri – quindi la sorveglianza e la manutenzione di qualsiasi bene è di responsabilità della direzione di tronco mentre il centro si occupa solo dei cosiddetti “interventi evolutivi” per adeguare un’opera a nuove normative o per realizzare particolari interventi”. Tra gli interventi evolutivi il teste ha citato il progetto di retrofitting del ponte Polcevera.

E l’eventuale chiusura di una tratta per questioni di sicurezza oppure la limitazione del traffico? “Sulla circolazione e sulle chiusure la competenza è della direzione di tronco come tutto quello che riguarda la gestione del traffico”.

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