Il punto

Ponte Morandi, in autunno gli interrogatori in aula di tutti gli imputati: udienze fissate fino a luglio 2024

Deciso uno stop di due settimane: si riprende il 2 maggio, ma per il maxi processo i tempi sono ancora lunghi con l'ombra della prescrizione per alcuni reati. Ecco a che punto siamo

giudici ponte morandi collegio

Genova. Sono stati 104 su 176 i testimoni d’accusa chiamati finora dalla Procura di Genova nell’ambito del processo per il crollo del ponte Morandi cominciato a settembre.

In aula sono stati ascoltati i testimoni oculari del crollo e i sopravvissuti, i periti e i consulenti tecnici, gli investigatori della guardia di finanza che hanno condotto le indagini, poi via via i responsabili dei lavori degli anni Novanta quando il ponte Morandi cominciò a mostrare seri problemi di corrosione e vennero fatti i primi lavori. Poi è stata la volta degli ispettori di Spea, quelli non indagati, ma che parteciparono ai controlli sugli stralli o sulle pile e quelli che sul Morandi non ci sono neppure mai saliti ma hanno spiegato le modalità con cui i controlli venivano fatti anche dopo il crollo del ponte e prima che di aprisse l’indagine parallela sui falsi report per gli altri viadotti del primo tronco.

Il collegio dei giudici presieduto dal magistrato Paolo Lepri, affiancato dai colleghi Ferdinando Baldini e Fulvio Polidori, ha ora deciso di prendersi un paio di settimane di stop, necessarie per metabolizzare quanto emerso finora dal dibattimento e dai nuovi documenti presentati.

Si ricomincia il 2 maggio e il giorno successivo, il 3, tra gli auditi ci sarà Maurizio Morandi, il figlio del progettista del ponte. Ancora non è chiaro invece quando e come verrà sentito Francesco Pisani, altro teste chiave sulla ’storia’ del ponte e dei lavori: Pisani, 89 anni potrebbe venire a Genova accompagnato dalla figlia medico con l’impegno di suddividere la sua testimonianza magari in più udienze brevi visto le cagionevoli condizioni di salute.

La Procura di Genova conta di terminare i suoi testimoni entro il periodo dello stop estivo, già fissato al 19 luglio. Se così sarà alla ripresa del processo prevista per l’11 settembre saranno interrogati tutti e 58 gli imputati del processo. Tra loro si faranno interrogare anche gli ex vertici di Autostrade Giovanni Castellucci, spesso presente in aula con il suo pool di avvocati e l’immancabile ufficio stampa, Michele Donferri e Paolo Berti.

Di seguito cominceranno a sfilare, dopo i pochi testi citati dalle parti civili, i testimoni citati delle difese, oltre 300 escludendo quelli ‘doppi’ (cioè già citati dai pm).

Fino ad ora alcune delle prove dell’accusa sono state ampiamente portate in aula dai pm Massimo Terrile Walter Cotugno e Marco Airoldi: dall’ormai accertata causa del crollo, ai lavori degli anni Novanta che esclusero totalmente la pila 9, ai controlli successivi fatti spesso utilizzando delle prove, le cosiddette riflettometriche, che molti hanno definito non certe o addirittura fuorvianti e che comunque a detta di tutti, dovevano essere accompagnate da indagini endoscopiche che non furono fatte se non in casi rarissimi e i cui risultati furono secondo l’accusa del tutto sottovalutati.

Che il ponte Morandi non sia stato monitorato a sufficienza e non siano stati fatti (fino al progetto di retrofitting del 2017 deciso e predisposto troppo tardi) i lavori che ne avrebbero evitato il crollo è ormai un dato di fatto.

Altra cosa – e si tratta della fase più delicata del processo – sarà dimostrare ai giudici chi aveva la responsabilità, chi davvero sapeva e non ha fatto nulla, per risparmiare in attesa della Gronda o per compiacere i nuovi soci di Atlantia. Le udienze del processo, a ritmo di tre alla settimana, sono state fissate fino al 17 luglio 2024 con l’ombra della prescrizione per alcuni dei reati.

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