A1 femminile

Playoff pallanuoto, Rapallo battuta ai quarti da Trieste. Il presidente: “Stagione meravigliosa, nonostante le difficoltà”

E poi la critica alla federazione: "Arbitraggi non all'altezza e regolamenti cambiati in corsa: le società meritano maggior rispetto"

Enrico Antonucci

Rapallo. Si chiude ai quarti di finale dei playoff la stagione del Rapallo Pallanuoto. Il Trieste si aggiudica, con merito, la doppia sfida che vale le semifinali in cui affronterà la SIS Roma.

Un pizzico di amarezza in casa Rapallo per non aver potuto affrontare al meglio i quarti, vista l’indisponibilità di Roberta Bianconi, leader tecnica ma soprattutto caratteriale delle gialloblu. La sua assenza ha pesato non poco nelle gare playoff.

Tuttavia il cammino del Rapallo, formazione neo promossa, resta assolutamente positivo come tiene a specificare Patron Enrico Antonucci: “Voglio prima di ogni altra cosa ringraziare questo splendido gruppo di ragazze e tutto lo staff che hanno reso possibile questa stagione meravigliosa. È d’obbligo sottolineare che siamo una neopromossa, inoltre sento spesso parlare di squadre giovani, con età media bassa, noi abbiamo otto Under 20 in rosa, come tante altre compagini del massimo campionato, ma ciò che veramente rende straordinario il nostro percorso non è solo il dato anagrafico: ci sono tante Under 20 che hanno diversi campionati di A1 sulle spalle, noi contiamo nove esordienti assolute nella massima serie, di queste almeno tre sempre schierate nel sette iniziale in ruoli nevralgici, le altre hanno rappresentato i primi cambi a disposizione del tecnico, di queste in due si sono alternate in prima squadra con un buon minutaggio, quindi tutte centrali nel nostro progetto tecnico. Questi sono dati concreti che danno l’effettivo valore del quinto posto in campionato e del quarto posto in Coppa Italia, che non possono che renderci felici”.

“Siamo tornati in A1 in punta di piedi senza fare proclami e dichiarando da subito il nostro obiettivo che era la salvezza – prosegue il presidente gialloblù -. Queste ragazze, il coach e l’intero staff hanno dovuto affrontare e superare difficoltà indicibili: sedute d’allenamento in piscine di città diverse (tra Rapallo, La Spezia, Milano), una lunga serie di sfortunati infortuni, basti pensare all’assenza di Roberta, o all’infortunio di Caso che ha difeso la nostra porta con una mano fratturata per più di metà girone d’andata, solo per citarne alcuni. Una lotta contro tutti e tutto, regolamenti cambiati in corsa, diversi arbitraggi non all’altezza, come accaduto nell’ultimo atto di questo campionato, con un metro di giudizio indecifrabile che cambia in base all’andamento della partita, giudici di linea assorti nei propri pensieri, di contro tante pretese tutte a carico delle società che meritano a mio parare maggior rispetto e sensibilità da parte dei vertici di questo sport. Dico questo per amore della pallanuoto, soprattutto quella in rosa che oggi è paragonabile ad un malato grave in terapia intensiva, e chiedo a chi risiede nella stanza dei bottoni di non chiudere l’ossigeno che ancora lo tiene in vita. La mia non vuole essere una critica fine a se stessa, ma un grido d’allarme: sono le società a formare, allenare, pagare le atlete, senza di noi non ci sarebbe una nazionale e nemmeno una federazione”.

“Nonostante tutto l’enorme passione che mi lega a questo sport, mi impone di andare avanti, ora proseguiamo con i campionati giovanili, abbiamo già un programma di massima per il futuro delle nostre giovanissime atlete che vede la continuità nella preziosa collaborazione con la Venere Azzurra, contestualmente portiamo avanti il lavoro per la prima squadra con l’obiettivo di provare a risolvere problemi di natura logistica senza perdere di vista la parte tecnica. Forza Rapallo”, conclude Antonucci.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.