Genova. Si terrà domani davanti al gup Matteo Buffoni l’udienza preliminare per l’omicidio di Alice Scagni, la donna di 35 anni uccisa lo scorso primo maggio dal fratello Alberto con 20 coltellate.
Alberto Scagni è accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato dalla crudeltà e dal mezzo insidioso, quel coltello che aveva nascosto in un sacchetto di plastica attendendo poi per ore appostato finché la sorella non era uscita di casa per portare fuori il cane.
Domani i difensori di Alberto Scagni Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì chiederanno di poter accedere al rito abbreviato che prevede lo sconto di pena fino a un terzo. Allo stato delle accuse per il 42enne la richiesta è inammissibile: infatti è impossibile accedere a riti alternativi per i reati come l’omicidio premeditato che prevedono l’ergastolo, ma l’istanza ‘tecnica’ è di fatto obbligatoria. Se il giudice del dibattimento infatti dovesse escludere le aggravanti che determinano l’ergastolo, potrà applicare lo sconto di pena per l’abbreviato solo se l’abbreviato stesso era stato richiesto entro l’udienza preliminare.
Già domani il giudice potrà decidere il rinvio a giudizio e il processo davanti alla Corte d’assise potrebbe cominciare a giugno, prima dell’estate.
Un altro nodo riguarda la perizia psichiatrica. Scagni è stato dichiarato dal perito del gip semi-infermo di mente (e se venisse confermato anche questo consentirebbe uno sconto di pena con un’eventuale misura di sicurezza in una struttura ad hoc) ma la Corte d’assise potrebbe chiedere una nuova perizia psichiatrica. Per il consulente della procura infatti Alberto era capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio della sorella, mentre per il consulente della difesa era totalmente incapace.