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Modifiche al Puc, la delibera della giunta spacca Tursi. Opposizione: “Pericolosa”, Forza Italia: “No nuovi edifici”

Cambiano le regole in vigore su demolizioni, ricostruzioni, ampliamento di edifici, oneri di urbanizzazione, cambio di destinazione per gli edifici religiosi e pubblici dismessi

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Genova. Il consiglio comunale di Genova ha approvato la delibera proposta dalla giunta Bucci sulle modifiche al Piano urbanistico comunale. Il documento, su cui la minoranza aveva presentato tre richieste di sospensiva (non accolte), è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. Accolti però 10 ordini del giorno del Pd e un emendamento al testo, presentato da Alberto Pandolfo (Pd) relativo al mantenimento del verde in aree di sosta pedonali.

La spaccatura tra minoranza e centrodestra su un tema che comunque impatterà sul futuro della città è stata incolmabile e lo si è capito sin dalle prime battute della seduta di oggi. Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) ha presentato una questione di pregiudizialità. Tre sono state le richieste di sospensiva, da parte di Pd, M5s e dello stesso Crucioli.

L’amministrazione era intenzionata a cambiare le regole in vigore su demolizioni, ricostruzioni, ampliamento di edifici, oneri di urbanizzazione, cambio di destinazione per gli edifici religiosi e pubblici dismessi. L’assessore all’Urbanistica Mario Mascia ha presentato la delibera come un corpus destinato a favorire “la rivoluzione green” ma secondo la minoranza la stessa apre la strada agli interessi privati e alla deregolamentazione.

Secondo Mattia Crucioli invece la questione è formale: “La deliberazione è in violazione della legge regionale, in quanto prevede erroneamente di applicare la procedura semplificata prevista dall’articolo 43 della l.r. 36/1997 e non è corredata dal Rapporto Preliminare per la Verifica di assoggettabilità alla Vas che deve contenere i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente connessi alle modifiche proposte”. Crucioli ha ricordato inoltre che “durante la commissione avevamo espresso perplessità riguardo l’eccessivo aumento di discrezionalità che verrebbe concessa agli uffici comunali nel vagliare i progetti e contestato diversi aspetti puntuali, come ad esempio demolizioni e superfici da ricostruire, per le quali si vorrebbe far decadere i vincoli che impongono di mantenere la stessa destinazione d’uso, aprendo quindi la possibilità di demolire capannoni artigianali per ampliare, ad esempio, appartamenti”.

“Oggi è arrivato in sala rossa – hanno detto dal PD – presentato come un intervento di lieve entità per garantire maggiore sostenibilità ambientale, peraltro già prevista da precise norme nazionali, e favorire il riutilizzo di edifici in disuso, invece è una pericolosa variante che produce una deregolamentazione volta a promuovere una speculazione edilizia incontrollata. Preoccupa l’impatto e la portata delle modifiche che andrebbero, di fatto, a ridisegnare la pianificazione urbana e a stravolgerne i principi ispiratori. Preoccupa il confermarsi e il ripetersi delle stesse modalità, dove chi amministra sfugge dal dialogo con i cittadini, scegliendo di imporre scelte a colpi di maggioranza per tutelare l’interesse di pochi a scapito di quello di tutti. La chiamano Genova Meravigliosa. Lo è per qualcuno, forse. Di certo lo è per chi da oggi può costruire nuovi appartamenti e chi deve aprire nuovi supermercati. Da domani potranno senza tanti vincoli”.

Tra gli interventi in dichiarazione di voto anche quello di Fabio Ceraudo (M5s) che ha chiesto alla giunta: “Perché avete presentato delle modifiche e non una variante? Perché vi permette di fare modifiche a vostro piacimento senza condividere i contenuti”. Anche Ariel Dello Strologo, capogruppo di Genova Civica, ha parlato di “un’eccessiva velocità con cui è si sono approvate norme che modificheranno la città e non sappiamo oggi se nel bene o nel male”.

Tra i consiglieri di maggioranza ha preso parola Stefano Costa, Forza Italia, stesso partito dell’assessore all’Urbanistica Mario Mascia, che ha proposto la delibera. “Tutte le norme introdotte con le modifiche non prevedono la costruzione di nuovi edifici – ha ricordato Costa agli avversari politici – ma introducono meccanismi di perequazione urbanistica, inoltre ci sono norme che favoriscono l’utilizzo di materiali a basso impatto”.

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