Genova. “Siamo un gruppo di realtà attive sul territorio, e il 25 aprile di quest’anno vogliamo scendere in piazza, con un corteo partecipato e popolare che non si svolga nel centro cittadino. In Valpolcevera il 25 aprile non è solo un appuntamento formale: non è una commemorazione a cui presenziare o un inutile vezzo nostalgico” comunia Usb, unione sindacale di base, in una nota diffusa.
“In Valpolcevera il 25 aprile si vuole imparare dalla storia. Storia che diventa mezzo di comprensione e risoluzione dei problemi del presente. Storia che diventa mezzo di comprensione e risoluzione dei problemi del presente. Scendendo oggi dai monti nella nostra valle, i Partigiani si troverebbero ad attraversare smarriti la periferia di una città-vetrina. Una città fatta di disuguaglianze dove i quartieri diventano inesorabilmente delle periferie dormitorio abbandonate e senza servizi” prosegue poi.
E continua: “Dove le maestre devono fare le fotocopie a casa o dove sono i genitori a dover imbiancare le aule prima di portare i figli a giocare sul cemento. Dove chiudono gli ospedali e per andare al pronto soccorso poi devi fare un’ora di autobus e infinite ore di attesa.Periferia ridotta a base logistica, dove transiteranno sempre più merci, anche pericolose, e dove si insediano depositi chimici e di amianto, mercati generali, centri commerciali e discariche. Periferia con un territorio devastato da grandi opere utili solo al profitto e non certo agli abitanti. Ma questa periferia è fatta, per fortuna, anche di associazionismo e solidarietà, ed è capace di organizzarsi, resistere e lottare. Vorremmo che quest’anno il 25 aprile in Val Polcevera fosse una festa popolare, una giornata di grande gioia che non ignori la situazione odierna della nostra valle. Per attualizzare la Resistenza nella nostra città, lì dove la Resistenza è nata”.
“Il 25 aprile non è solo un appuntamento formale, e la nostra proposta intende tenere viva la memoria della Resistenza e dei Partigiani: non solo il loro sacrificio per la Liberazione, ma anche i loro ideali e speranze di un futuro più giusto. Un momento di festa e ricordo, ma anche di rivendicazione, dove convergano tutte le tematiche che interessano i nostri territori. Una festa solidale, di una solidarietà popolare e meticcia. Una festa antimilitarista, contro tutte le guerre e il riarmo europeo e italiano, per la pace e la giustizia sociale, perché a pagare il conto della guerra sono sempre gli ultimi. Una festa antifascista, perché sappiamo bene che il 25 aprile non è solo la liberazione nazionale dall’invasore straniero ma anche dal fascismo tutto italiano, e ricordiamo alle istituzioni cittadine che non basta fare presenza alle celebrazioni senza dichiararsi esplicitamente antifascisti” conclude Usb.