Genova. La Corte d’assise di Genova, presieduta dal giudice Massimo Cusatti ha condannato all’ergastolo Sebastiano Cannella, l’operaio di 58 anni che lo scorso luglio ha ucciso la moglie Marzia Bettino nella dependance di pertinenza della loro villetta a San Biagio in Valpolcevera utilizzando una corda da stendere.
Prima della sentenza Cannella ha chiesto scusa “alla mia famiglia, ai miei figli e a tutti quelli a cui ho fatto del male“. Momenti di tensione in aula dopo la lettura della sentenza tra i famigliari di Cannella e uno dei figli, che si sono costituiti parte civile contro il padre, al punto che sono stati chiamati i carabinieri per sedare la rabbia.
Anche il sostituto procuratore Federico Panichi aveva chiesto la condanna all’ergastolo, pur avendo escluso la premeditazione dell’omicidio, inizialmente contestata all’uomo. E così ha deciso la Corte d’assise
Cannella nel corso del processo aveva spiegato che dopo l’ultima lite era andato a prendere una boccata d’aria poi era tornato in casa e come in un blackout aveva visto la moglie morta mentre lui aveva in mano la corda con il nodo scorsoio anche se a una domanda dell’avvocato Del Deo sul perché quella corda aveva poi detto: “Perché volevo fare star zitta mia moglie”. I due si stavano separando e la tensione era molto alta anche perché la donna era la proprietaria della villetta che Cannella aveva contribuito a ristrutturare, ma lei lo aveva allontanato da casa consentendogli tuttavia di abitare nella dependance.
I due ragazzi, 29 e 31 anni, si sono costituiti parte civile contro il padre e stamani, assistiti dall’avvocato Francesco Del Deo, hanno chiesto il risarcimento in sede civilistica.