Genova. Il progetto del nuovo dislocamento dei depositi chimici di Multedo ancora una volta è in bilico e rischia in queste ore di vedersi azzerato l’iter: dopo le richieste da parte degli uffici tecnici regionali di approfondimenti e integrazioni, infatti, non tutti i documenti richiesti sarebbero pervenuti per il completamento dello screening della valutazione di impatto ambientale, che ora, stando alle carte, potrebbe essere archiviata.
Il dato emerge dalla documentazione depositata e pubblicata due giorni fa sul sito di Regione Liguria: Superba spa, proponente del progetto, infatti, ha consegnato le risposte tecniche alle osservazioni dell’ente nell’ultimo giorno disponibile per farlo, rimandando ancora una volta però di risolvere il primo dei nodi evidenziati dagli uffici regionali, vale a dire la mancanza di un accordo esplicito con Carmagnani AC spa e la necessaria delega ufficiale.
Il progetto, infatti, prevede il ‘trasloco’ nel nuovo impianto a Ponte Somalia delle due ditte, ma di fatto, ufficialmente, la proposta è solamente a firma di Superba: “Il progetto presentato da Superba tiene conto della volontà pubblica di delocalizzare i due Depositi di Multedo di Pegli (Superba e Attilio Carmagnani) e quindi il progetto presentato da Superba, nel riscontrare questa volontà, tiene conto anche delle volumetrie, delle movimentazioni e delle tipologie di sostanze attualmente gestite dalla Società Attilio Carmagnani nel proprio Deposito di Multedo, Società con la quale si sta da tempo trattando i diversi aspetti contrattuali per una loro partecipazione azionari – si legge nella documentazione presentata, che conclude con un laconico – La tipologia di partecipazione da parte della Società Attilio Carmagnani sarà definita in una fase successiva”.

Una fase successiva che a questo punto potrebbe non esserci, almeno in questa fase: se gli uffici regionali riterranno che quanto consegnato possa essere sufficiente adesso, in questa fase di screening, il progetto proseguirà il suo percorso nella valutazione di impatto ambientale. Se venisse invece archiviato si arriverebbe allo stop: uno stop che però non significa automaticamente fine del progetto, anzi. Da un lato il proponente potrebbe ripresentarlo sempre in sede di via regionale, dopo una eventuale revisione delle carte, oppure passare direttamente da Roma con la procedura più complessa del Vas, presentando il progetto come una nuova installazione e non come un trasferimento. Una opzione che ‘sfrutterebbe’ una delle principali ‘armi’ degli oppositori del progetto stesso, ma che comunque non avrebbe un esito scontato, visto che il dialogo tra le parti in causa uscirebbe dai confini e dai ‘linguaggi’ territoriali.
Una terza via potrebbe essere quella di inserire il nuovo dislocamento nell’evoluzione ancora non nota del difficile puzzle dei spazi portuali: nelle prossime settimane, infatti, si aprirà il percorso per il nuovo piano regolatore portuale che di fatto deciderà la vita dello scalo per i prossimi decenni. E’ nota la volontà di Adsp di tombare il porto a pettine di Sampierdarena per raddoppiare gli spazi logistici di quell’area, mentre si rincorrono le voci di spostare parte del terminal crociere in zona Sech. Idee, visioni e necessità dei grandi player che potrebbe entrare in conflitto con la presenza del grande deposito chimico, che si andrebbe a posizionare proprio al centro del rinnovato bacino portuale. Oltre a questo, in fase di avvio c’è anche il tunnel subportuale, i quali cantieri terranno in ostaggio per diversi anni l’operatività del porto, mentre si continua a lavorare per l’ultimo miglio del Terzo Valico e per la nuova viabilità all’interno del porto. Insomma, tanta (troppa?) carne al fuoco.
Mettendo tutto insieme, quindi, non è da escludere che il raffreddamento degli entusiasmi per questo progetto da parte dei protagonisti della vicenda, Adsp in primis, nonostante tutta la fanfara politica di questi anni, possa pesare su un eventuale stop finalizzato a prendere tempo per poter ragionare a bocce ferme su un nuovo grande masterplan portuale. In queste settimane, come è noto, è circolata anche l’ipotesi di un ampliamento a sud, quindi a mare, del bacino di Pra’ e Voltri, per fare spazio anche a stabilimenti industriali ‘su diga’. Tutto, quindi, appare ancora da scrivere, e sicuramente la partita sui depositi chimici non finirebbe qui.
I commenti
“Il tema è squisitamente burocratico legato alle aziende che hanno presentato la pratica – commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – pratica che dal punto di vista ambientale va avanti e andrà avanti come da programma, anche in risposta alle esigenze di spostamento degli impianti di Adsp e Comune di Genova”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, ovviamente, anche il sindaco Marco Bucci, che sul tema della possibilità di nuovi ritardi ha risposto con un laconico: “Non penso proprio, non ci sarà nessun problema”
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