Genova. Potrebbero rientrare martedì alcuni degli sfollati del palazzo di San Teodoro rimasto parzialmente scoperchiato dopo il crollo in un appartamento all’ultimo piano, mercoledì scorso. A spiegarlo è l’amministratore Andrea Rovelli dopo i primi interventi di messa in sicurezza dell’edificio che rimane sottoposto a sequestro da parte della Procura.
“La pioggia ieri ha fatto lievi danni, pensavamo peggio – riferisce Rovelli -. Abbiamo impermeabilizzato tutto l’appartamento sottostante con teli su mobili e pavimenti, i soffitti si sono bagnati ma è andata meglio del previsto. Abbiamo finito di chiudere tutte le parti rimaste scoperte come richiesto dal nostro ingegnere strutturista, quelle del vano scala e le finestre del semi-cavedio lato Nord per cercare di consentire il rientro degli abitanti di quella colonna. Contiamo di riuscire a farli tornare in casa martedì, se l’ufficio incolumità del Comune darà i permessi. Ora dovrebbe essere tutto in sicurezza”.
“Siamo in attesa di documento da parte del perito nominato dal condominio per rilasciare autorizzazione al rientro per alcuni condomini”, conferma l’assessore comunale alla Protezione civile, Sergio Gambino.
Sono 25 in tutto gli abitanti evacuati dal civico 22 di via Venezia, parzialmente collassato sul lato di via Giuseppe Ratti. La maggior parte di loro aveva trovato una sistemazione alternativa, ma due famiglie sono tuttora ospitate in albergo: complessivamente si tratta di dieci persone, tra cui un nucleo con una bimba di pochi mesi e un ragazzo disabile. Per questi ultimi i tempi del rientro potrebbero essere più lunghi perché l’appartamento in cui si stavano trasferendo si trova sotto quello interessato dal crollo. L’assessore Gambino ha assicurato che, se necessario, potranno essere accolti in una struttura protetta, ma l’amministratore Rovelli si è già attivato per trovargli un alloggio.
La Procura di Genova indaga per crollo colposo. L’appartamento era stato acquistato di recente dal titolare di un’impresa edile che aveva iniziato lavori di ristrutturazione all’interno. Gli inquirenti dovranno accertare se a causare il collasso della struttura sia stato un errore durante le demolizioni, come suggeriscono le prime ipotesi. Al vaglio anche le immagini del sistema di videosorveglianza che potrebbero aver ripreso gli operai nei momenti precedenti o successivi al crollo.