Genova. Più attenzione ai negozi di vicinato, meno operazioni urbanistiche a favore della grande distribuzione. È la ricetta di Alessandro Cavo, da pochi giorni nuovo presidente di Confcommercio Genova destinato a raccogliere l’eredità di Paolo Odone, scelto per mantenere una linea di continuità col lavoro impostato negli ultimi anni. Il riferimento implicito è al modello rappresentato dalla futura Esselunga di Sestri Ponente, un progetto che aveva messo il sindaco Marco Bucci contro l’associazione dei commercianti. Avanti tutta, invece, con la strategia per aprire sempre di più Genova ai turisti.
Cavo, in questi giorni la città è piena di visitatori per i Rolli Days e ieri uno studio presentato dal Comune ha dimostrato quanto sia rilevante l’impatto economico dell’evento. Partiamo però da un dato: nel 2022 la provincia di Genova ha perso quasi 700 imprese commerciali, segno che la crisi non è superata. Forse la chiave del rilancio è proprio in queste giornate?
La crisi morde ancora. Questi numeri derivano anzitutto dagli aumenti dei costi energetici che sono stati esiziali per molti dei nostri associati. È vero, il turismo è uno delle chiavi di volta per superare queste difficoltà. Difficoltà che comunque vengono da lontano, col calo demografico che la città ha subito negli ultimi 30 anni: vediamo però che un’inversione di tendenza c’è e speriamo che presto, con l’arrivo del Terzo Valico e sostenendo tutte le infrastrutture, la città possa popolarsi poco a poco. D’altra parte è evidente che la nostra città sia in un momento di grande fortuna turistica. La destagionalizzazione è acclarata e consolidata in questa città. Abbiamo un grande ritorno degli stranieri nel post Covid, soprattutto i francesi. Manteniamo il nostro ottimismo.
Su cosa si è messo subito a lavorare?
L’obiettivo è continuare il programma storico della Confcommercio Genova scritto da Paolo Odone e da tutti noi negli anni, ovvero un grande programma di apertura della città verso l’esterno, di connessione, di nuove relazioni. I risultati iniziano a vedersi, la nostra è una città bellissima e ce lo riconoscono anche gli altri. Vogliamo avere sempre di più un’attenzione urbanistica, ovvero valorizzare molto il tessuto commerciale di vicinato esistente, che è quello tradizionale e storico per cui i turisti vengono a Genova, con la piacevole sorpresa di trovare la città con più botteghe storiche d’Italia, e guardare un po’ meno ai recuperi basati solo sul nuovo commerciale.
E questa è stata una delle poche linee di frattura tra Confcommercio e la giunta Bucci negli ultimi anni. Sta per aprire una nuova Esselunga a San Benigno, ne arriverà una a Sestri Ponente e chissà cos’altro ancora…
Il problema è proprio in quel ‘chissà cos’altro’. Essendo corpo intermedio, per definizione siamo per il dialogo e la concertazione, non abbiamo cambiato opinione. Gli esercizi di vicinato sono un grande valore aggiunto del territorio in termini di sicurezza, pulizia, passione, sono persone che ci mettono la faccia e la responsabilità. Operazioni speculative momentanee possono generare recuperi non a lungo termine, noi non ci crediamo. Oggi siamo qui a inaugurare la Fiera del Libro: un libraio che conosce i tuoi gusti e sceglie un libro per te non assolve solo alla sua funzione commerciale, ma dà un servizio culturale e sociale.
Cos’altro chiederete al Comune?
La collaborazione che va avanti da anni con Comune, Regione e Camera di commercio crediamo abbia generato grande positività per questa città. È una stagione che inizia col botto: abbiamo i Rolli Days, avremo Slow Fish, Ocean Race, grandi seminari. Ci sono appuntamenti molto interessanti dal punto di vista dei flussi.
In attesa che le infrastrutture vengano realizzate cosa si può fare per aprire di più la città verso l’esterno?
Per quanto riguarda l’aumento di popolazione arriverà in maniera abbastanza naturale, la città ha degli atout piuttosto evidenti e credo che le persone si troveranno bene quando li conosceranno e inizia già oggi un po’ di interesse sugli immobili genovesi da parte dei non genovesi. Certamente bisogna farsi conoscere da fuori: i Rolli Days sono una grande occasione perché generano un posizionamento come grande città culturale, come attrattore rispetto alle sue bellezze artistiche e architettoniche. È una realtà che per buona parte del XX secolo non è stata percepita, ma è una carta che stiamo giocando da molti anni. Quest’anno Genova è capitale italiana del libro, è un’ulteriore conferma e credo sia il modo migliore di proporre la città.
Altro tema è quello della mobilità. Nei progetti del Comune ci sono nuove Ztl, in centro e in Valbisagno, e modifiche importanti alla viabilità. Che linea terrete?
Anche in questo caso la linea è quella della concertazione col territorio. Nessuno meglio dei Civ può conoscere i flussi. Abbiamo un tessuto commerciale che ha subito gravi colpi e bisogna trattarlo con grande delicatezza. Noi non siamo mai per un no pregiudiziale, devono essere i nostri associati a essere sentiti rispetto a modificazioni che possono portare grossi danni. Genova è già una città largamente pedonale, non bisogna fare forzature e fughe in avanti.