Il punto

Cassonetti intelligenti in tutta Genova, obiettivo 2024. Il presidente di Amiu: “Bisogna abituarsi”

L'azienda accelera sul nuovo sistema di raccolta: prossime tappe Levante e alture del centro, nel 2025 si apriranno con la app. Raggi risponde alle lamentele: "Dobbiamo spingere la differenziata, ci vuole collaborazione da parte di tutti"

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Genova. L’obiettivo è sostituire tutti i 26mila cassonetti della città con i nuovi modelli elettronici entro il 2024, per poi passare all’uso “intelligente” vero e proprio, con l’apertura comandata da un badge personale o direttamente da un’app sullo smartphone, nel corso del 2025. Amiu non cambia strategia sulla raccolta dei rifiuti e conferma la tabella di marcia che, dopo l’introduzione ormai consolidata del nuovo sistema in Valbisagno, prevede le prossime tappe nel Levante entro l’estate, poi in Castelletto a settembre e in Oregina a ottobre.

“Il progetto attualmente prevede di coprire l’intero territorio genovese entro marzo 2025, ma noi vorremmo accelerare e completare il lavoro entro il 31 dicembre 2024 – spiega il presidente di Amiu, Giovanni Battista Raggi -. Il problema è rappresentato dalle difficoltà del settore automotive, perché i nuovi cassonetti non si possono installare senza avere i camion apposta per svuotarli. Se ci saranno ritardi sulle consegne dovremo adeguarci”.

Il vantaggio atteso dei nuovi contenitori è duplice: da un lato aumentare la quota di raccolta differenziata, dall’altro arrivare alla definizione della Tari puntuale per ogni residente in base alla quantità di rifiuti prodotti. Risultato che si potrà conseguire solo con uno step successivo: “Oggi basta premere il pulsante e il cassonetto si apre, in futuro sarà possibile farlo con una tessera elettronica o un’app. Siamo già partiti con le utenze non domestiche e i risultati sono buoni. Tendenzialmente aspettiamo di installare le nuove ecoisole in tutta la città per non aggiungere ulteriori difficoltà tecniche, ma non escludiamo di promuovere una sperimentazione in alcuni quartieri”.

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Secondo gli ultimi dati forniti da Amiu in commissione consiliare a Tursi, nelle nuove postazioni bilaterali il differenziato raggiunge il 58,9% del totale (31% di carta, 11,4% di misto plastica-metalli e il 16% di organico) contro il 41,1% di indifferenziata. Con i bidoni tradizionali, invece, il differenziato raggiungeva il 22% del totale. Il tutto vetro escluso, visto che la raccolta di questo materiale è stata da tempo esternalizzata. Il programma ora prevede di estenderli in Albaro, poi Quarto alta, per poi proseguire con Nervi, Quinto, Sant’Ilario, poi Sturla e Quarto bassa, Valle Sturla e San Martino. Quindi sarà il turno delle alture del centro. “Ma i programmi potrebbero cambiare a seconda delle richieste del Comune”, precisa Raggi.

Dai quartieri della Valbisagno, però, continuano ad arrivare segnalazioni sgradevoli: cassonetti straripanti, rifiuti abbandonati all’esterno che finiscono sotto la base e impediscono un corretto riposizionamento, strade collinari invase dall’immondizia dopo i raid notturni dei cinghiali. Non mancano i cittadini che si lamentano per la difficoltà di utilizzo, compresa l’imboccatura considerata da alcuni troppo stretta, soprattutto per i sacchi dell’indifferenziata.

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“Il problema non è tanto del sistema ma del comportamento di ciascuno di noi – replica il presidente Raggi -. Stiamo vedendo che la curva di alcune lamentele diminuisce man mano che c’è l’abitudine all’utilizzo. La bocchetta di entrata? Se si vuole favorire la differenziata, bisogna favorire il conferimento di sacchetti di circa 50 litri. Se do la possibilità di infilare il sacco da condominio nero succede che la gente ci mette qualunque cosa e non fa la differenziata. In tutta Europa c’è questa tendenza. I cartoni dei pacchi degli acquisti online, ad esempio, dovrebbero essere schiacciati e ripiegati: quest’abitudine è patrimonio comune in molti Paesi e in molte regioni, qui non ancora”.

A volte, però, il problema sembra generato da un’insufficienza della raccolta o dei cassonetti a disposizione. “Le postazioni le concordiamo sempre coi Municipi, non è una scelta assoluta di Amiu – continua Raggi -. Con le nuove eco-isole, mentre prima si potevano mettere anche i cassonetti singoli, ora bisogna installare l’intera batteria e non sempre è possibile farlo negli stessi punti. Dove abbiamo notato una carenza di volume siamo intervenuti, in altri casi era un problema di passaggi e lo abbiamo risolto. Dove c’è un problema di mancanza volumetrica dell’indifferenziata, stiamo cercando di temporeggiare: se aumento il volume a disposizione, la gente non fa la differenziata. Bisogna abituarsi a fare i cinque sacchetti separati. Mi rendo conto che è un percorso che richiede del tempo, come tutte le cose ha un periodo di difficoltà in avvio, ci vuole collaborazione da parte di tutti”.

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Per quanto riguarda i disagi legati ai cinghiali, che riescono ad abbattere i bidoni più piccoli sulle strade collinari, non sembrano esserci soluzioni all’orizzonte: “I tecnici – riferisce il presidente di Amiu – hanno fatto test con agganci metallici a terra ma dipende dalla dimensione del cinghiale: tendenzialmente funziona, ma se l’animale è grosso non regge. Il problema vero è la presenza dei cinghiali. Dove è possibile stiamo installando i cassonetti più grandi, ma dipende dalla tipologia della strada”. E gli armadietti rinforzati arrivati da poco in centro storico? “Stiamo valutando, ma anche in quel caso dipende dalle strade. Sulla viabilità ternaria e quaternaria potrebbe diventare pericoloso per i mezzi di soccorso”.

 

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