La Sampdoria è una società che a giugno rischia di fallire e per cui la Serie B non sarebbe nemmeno la peggiore delle ipotesi. L’epilogo disastroso della gestione Ferrero si materializza anche in campo con una squadra ultima in classifica e con il peggior attacco d’Europa guardando ai cinque principali campionati, sebbene nelle ultime giornate vi siano stati miglioramenti sotto porta. Insomma, è impossibile analizzare il “poco utile” pareggio per 1 a 1 di Lecce senza tenere conto del contesto.
Regalato un tempo
Sottolineata l’origine dei mali che affliggono i blucerchiati e gli effetti palesi a livello numerico, c’è da dire che la prestazione offerta oggi al “Via del Mare” contro il Lecce è stata insufficiente per più di un’ora di gioco contro una squadra che ne veniva da sei sconfitte. Nel primo tempo, il Lecce avrebbe potuto segnare più di un goal e anche nella ripresa, dopo il pareggio blucerchiato, ha avuto un paio di occasioni. Su tutte, la bordata ravvicinata di Colombo. Di fatto è stata regalata un’intera frazione di gioco.
Una conclusione ogni tre minuti per il Lecce
Il Lecce ha calciato 30 volte verso la porta centrandola in 11 occasioni. I blucerchiati hanno tirato otto volte inquadrandola appena due volte. Sarebbe fuorviante esaltarsi per la perla, estemporanea per quanto pregevole, di Jesé, e per qualche frangente della ripresa in cui la squadra, volenterosa ma con grossi limiti, ha provato ad abbozzare una trama di gioco.
Stankovic, bravo a correggersi in corsa o scelte sbagliate?
Il leggero cambio di marcia, che testimonia che nonostante tutto la Sampdoria non è ancora “morta” sportivamente, è stato dato dalla rivoluzione operata dal tecnico serbo tra il primo e il secondo tempo: Sabiri, Murillo, Jesé e Cuisance al posto di Djuricic, Zanoli, Nuytinck e Lammers. In particolare, si è alzato il tasso tecnico della squadra, visto che il goal di Jesé, che ha combinato con Gabbiadini, è frutto della qualità del giocatore, elemento imprescindibile nella massima serie. Lo stesso Sabiri, ammonito per un fallo ingenuo che lo estromette dalla gara contro lo Spezia, ha senza particolari acuti contribuito a far “abbassare” il Lecce vista l’abilità nel trattare il pallone diversa da chi occupava il campo prima di lui. Murillo è stato bravo in una chiusura difensiva provvidenziale. Cuisance è un giocatore che in questa Sampdoria dovrebbe sempre giocare.
Limiti di gioco
Anche in un quadro desolante, la Sampdoria continua a dimostrarsi attenta e applicata ma sterile in avanti e in difficoltà nel fare la partita. Guardando agli 11 in campo e ai cambi di oggi, viene da dire che si potrebbe fare meglio. Anche perché le altre squadre impegnate nella lotta salvezza non sono propriamente delle corazzate. La coppia di centrali Winks e Rincon ha un passato in big d’Europa. Gabbiadini sarebbe titolare in molte altre squadre. I giocatori subentrati sono di valore. Augello è un terzino che in Serie A ha dimostrato di saperci stare e anche bene. Una squadra con tanti punti deboli, ma che nel complesso avrebbe potuto collezionare quei 5/6 punti in più che avrebbero gettato un’altra luce su questo finale di campionato.
Il rammarico di Jesé
Intervistato ai microfoni di Dazn, Jesé ha sottolineato il rammarico per non aver portato a casa l’intera posta in palio. Il pareggio consente di rosicchiare un punto allo Spezia in vista dello scontro diretto contro le Aquile della prossima settimana. In caso di vittoria la Sampdoria si porterebbe a -7 con sette turni da giocare. Non ancora un de profundis quindi quello di oggi, sebbene sia necessario fare i conti anche con il Verona e la Cremonese.