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Zapata, avanti la trattativa col Comune: pronti a diventare associazione “coinvolgendo la comunità”

"Valutiamo con attenzione e interesse le proposte del Comune ma la nostra chiave di lettura è continuare a essere quello che siamo"

Corteo per il centro sociale Zapata

Genova. Non accettano di diventare “meno di quello che lo Zapata è oggi” e auspicano di poter restare dove sono, ovvero ai Magazzini del Sale di via Sampierdarena, ma aprono alla conditio sine qua non posta dal Comune di Genova per continuare a dialogare, ovvero a provare a costituirsi come associazione, un soggetto giuridico con cui la civica amministrazione possa interloquire ufficialmente e che, eventualmente, potrà partecipare a regolari bandi per la concessione di spazi.

Questo, in sintesi, il contenuto di una nota pubblicata sui social del Centro Sociale Zapata, di cui si era paventato lo sgombero a fine dicembre e a difesa del quale, poche settimane fa, sono scese in piazza centinaia di persone.

Il 20 febbraio scorso, durante un primo incontro tra una delegazione di attiviste, la loro avvocata, il sindaco di Genova Marco Bucci, il vicesindaco Pietro Piciocchi e l’assessore al Porto Francesco Maresca, il Comune ha presentato allo Zapata alcune alternative che, secondo indiscrezioni, potrebbero rivelarsi anche solo temporanee in attesa che sui Magazzini del Sale si effettuino i lavori di riqualificazione finanziati dai fondi Pnrr.

Perché se inizialmente sembrava che quello spazio fosse destinato alla Accademia ligustica di Belle Arti, lo stesso sindaco avrebbe lasciato intendere che in via Sampierdarena ci sarebbe spazio per tutti. Ad ogni modo, altre possibili location, temporanee o meno, sarebbero state individuate in alcuni capannoni abbandonati in lungomare Canepa o nella ex Manifattura Tabacchi in via Degola. Meno percorribili – ma suggestive – altre soluzioni come forte Crocetta o forte Begato.

Ad ogni modo lo sgombero che a dicembre sembrava imminente al momento non pare una minaccia. Peraltro anche il consiglio comunale di Genova, in maniera quasi unanime (la Lega fa eccezione) ha indirettamente riconosciuto il valore culturale e sociale dello Zapata chiedendo lo svolgimento di una commissione consiliare che ne chiarisca il destino.

Dallo Zapata intanto hanno più volte ribadito di voler portare avanti la discussione in maniera collettiva e condivisa con chi ne sostiene la battaglia. Riportiamo in forma integrale la loro ultima comunicazione:

06.01.1994
31.03.2023
giù le mani dagli spazi sociali!
Abbiamo riflettuto, ci siamo confrontati con i compagni e le compagne di altri collettivi e con le tante realtà che ci hanno sostenuto in questi gorni per capire i prossimi passi da fare.

Abbiamo camminato al fianco dei portuali in una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi tempi, con migliaia di persone a sfilare nel porto di Genova contro la guerra e anche qui abbiamo assaporato la forza di una comunità che cresce, si rafforza ed è capace di stupire ogni volta nonostante tutto quello che viene fatto per spazzarla via. Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicino: quella forza che ci ha permesso di trasformare uno sgombero in uno spiraglio di trattativa.

Fino a poche settimane fa eravamo “solo” uno spazio occupato ma grazie alle voci di tutti quelli che ci hanno difeso abbiamo fatto respirare la forza di una comunità pronta a reagire unita in caso di attacco a uno dei suoi membri. Siamo scesi in piazza a migliaia per le nostre strade esprimendo appieno il nostro carattere e la voglia di costruire il futuro della nostra comunità.

Abbiamo dimostrato che lo Zapata e gli spazi occupati in questa città arida di luoghi in cui incontrarsi e crescere, sono fondamentali per sperimentare senza dover compiacere nessuno e in forme accessibili per chiunque. Esprimersi ed esplorare modi sconosciuti nell’unico modo possibile: stando insieme, affrontando le paure un po’ alla volta senza oppressione e repressione, senza ansia da prestazione ma per puro spirito di reciprocità e benessere comune. per contribuire a costruire qualcosa di giusto per tutti.

Lo Zapata è quindi fondamentale e insostituibile per come è e dove è! non può accettare di essere meno da un’altra parte. Questo sostanzialmente quanto abbiamo detto in Comune. Che ogni soluzione che si troverà dovrà partire dal permettere al centro sociale di continuare ad offrire i suoi servizi come li offre nel quartiere di Sampierdarena, che l’opzione ideale è quella di restare nei nostri spazi.

Valutiamo con attenzione e interesse le proposte del Comune ma questa è la nostra chiave di lettura: continuare a essere quello che siamo. Perché di questo il quartiere e la città hanno bisogno.

Il riconoscimento e l’assegnazione di uno spazio sono possibili solo attraverso la costituzione di un soggetto giuridico. non avendo mai percorso una strada come questa abbiamo nuovamente bisogno di coinvolgere i soggetti e le realtà che hanno ribadito l’importanza degli spazi occupati autogestiti nel tessuto sociale cittadino e in particolare per i giovani, chiedendo di aiutarci nel creare un’associazione di tutela degli spazi sociali, volta ad ottenere il riconoscimento e la tutela degli stessi nelle situazioni di emergenza e che sia anche da traino per rilanciarne il potenziale sociale culturale ed educativo.

Crediamo di dover ancora esprimere questa comunità, questo modo di stare e costruire insieme, e stiamo pensando a un altro momento di piazza per rafforzarci e crescere ancora”.

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