L'immobile

Vende appartamento per liberare il figlio dall’usura: restituito dai carabinieri

Indagini partite da un centro scommesse sportive, che da tempo alternava brevi fasi di esercizio a lunghi periodi di chiusura

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Genova. I carabinieri di Santa Margherita Ligure hanno riconsegnato a una 60enne di Rapallo un appartamento di cui era proprietaria, prima che fosse stata costretta a cederlo per liberare il figlio dalla morsa dell’usura.

Come emerge da una nota dei militari, nell’ambito di indagini mirate a individuare eventuali aziende in difficoltà economica, maggiormente esposte a fenomeni usurari, si controllò un centro di scommesse sportive, che da tempo alternava brevi fasi di esercizio a lunghi periodi di chiusura.

Da un’analisi patrimoniale sul conto del titolare, i militari scoprirono che la famiglia dell’uomo aveva da poco ceduto un appartamento di proprietà a un prezzo nettamente inferiore ai valori correnti di mercato.

L’attenzione dei militari si rivolse quindi verso la madre della vittima di usura che decise di aprirsi e denunciare quanto accaduto.

Le successive indagini, avviate grazie alla testimonianza della donna, consentirono di accertare che il figlio, in stato di forte bisogno economico e in preda alla disperazione, si era rivolto a un soggetto esterno per sanare i debiti.

Quale corrispettivo delle prestazioni di denaro gradualmente elargite, il malfattore applicò – sin da subito – tassi usurari del 300% sulle somme prestate, arrivando – dinanzi all’insolvibilità del titolare del centro scommesse – ad aggredire, con raggiri e mezzi fraudolenti, anche il patrimonio immobiliare della povera famiglia, costretta a cedere uno dei propri appartamenti.

Gli ulteriori accertamenti della Compagnia CC di Santa Margherita Ligure portano, un anno dopo, nel maggio 2016, a deferire il malfattore per i reati di usura aggravata e continuata, estorsione, falsità ideologica commessa in atto pubblico, con conseguente sequestro dell’appartamento sottratto fraudolentemente alla disponibilità della famiglia.Immobile rimasto disabitato sino ad oggi.

Nel 2018, il Tribunale ordinario di Genova ha condannato l’usuraio a cinque anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali.

Contestualmente, venivano disposta la revoca del sequestro e dichiarati nulli gli atti di relativa compravendita e ogni altra scrittura notarile all’epoca redatta.

Le successive sentenze della Corte di Appello di Genova emessa nel 2021 e della Corte Suprema di Cassazione, espressasi nel 2022, hanno poi confermato integralmente l’impianto accusatorio, ritenendo l’usuraio pienamente responsabile dei reati commessi e disponendo, direttamente in sede di giudizio penale, la revoca del sequestro dell’immobile e la sua restituzione alla famiglia vittima di usura.

L’usuraio è al momento sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di residenza

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