Genova. Alberi, alberi ovunque. Sembra essere questa la parola d’ordine dello studio di architettura Renzo Piano Building Workshop, ideatore del masterplan urbanistico collegato al progetto del futuro tunnel subportuale di Genova.
Il concetto è stato ribadito anche questa mattina nel primo incontro del percorso dialogico “Dialoghicittà”, coordinato dall’Università di Genova e voluto dal Comune e che si è tenuto in via Balbi 5. Nonostante la location, più teste canute che studenti, più giornalisti che cittadini curiosi, con anche qualche vecchia conoscenza in tema di urbanistica (l’ex assessore Arcangelo Merella), a sollevare le prime perplessità su un’infrastruttura di cui si parla dal 1992.
Durante l’incontro Aspi (che finanzierà e gestirà l’opera in base all’accordo sui risarcimenti alla città per il crollo del Morandi), e gli architetti hanno presentato tracciati, interconnessioni con la viabilità, modifiche all’urbanistica e ipotesi di demolizioni di edifici che interferiscono con il tunnel.
Sui tempi, in attesa che si concluda il procedimento autorizzatorio regionale e che il consiglio superiore dei lavori pubblici approvi le ultime integrazioni al progetto presentate da Aspi, la società concessionaria parla di “possibile inizio delle opere propedeutiche già a giugno” e di “65 mesi di lavori”, come ha ribadito Alberto Selleri, project leader dei progetti speciali per Genova di Aspi.
E’ stato Gigi Priano, architetto dello studio di Renzo Piano, a mostrare, invece come “il tunnel subportuale sarà l’occasione per creare degli spazi di aggregazione pubblica dove oggi non ci sono” e di “migliorare il collegamento tra la città e il suo waterfront”. Nel modello in 3d presentato in Università e nei disegni mostrati in slide ai presenti molto verde in alcune zone di Genova dove oggi è completamente assente o limitato.
Le promenade. “Pensiamo a viale Brigate Partigiane, chi ci cammina quando piove sa che si bagnerà, chi ci passeggia con il sole sa che si muore di caldo – afferma l’architetto – ecco, noi abbiamo pensato che una serie di alberi ad alto fusto, palme al centro delle aiuole e alberi esemplari sui lati, possano cambiare completamente la percezione di quella strada”.
Il verde si estenderà poi al parco della Foce, nell’ambito del Waterfront Levante, e nel nuovo quartiere fieristico, per ricongiungersi ad altri alberi in un’area oggi occupata da edifici accessori alle riparazioni navali. Il punto nodale è quello dell’interconnessione tra il tunnel subportuale e via Madre Di Dio, nei pressi di molo Giano. “Qui saranno necessarie alcune demolizioni – continuano i tecnici – di parte della sopraelevata, ma anche di una fila di edifici non vincolati, in modo da permettere la realizzazione del tunnel senza che interferisca né con le attività industriali né con il tracciato della metropolitana”.
Le palme faranno ombra lungo il marciapiede di corso Aurelio Saffi fino alla Foce, quasi una continuazione alberata di corso Italia. Altro verde invaderà quota zero tra corso Quadrio e le mura della Marina, abbattendo la separazione tra porto e città oggi esistente e sfruttando la demolizione degli svincoli della sopraelevata su via delle Casaccie.
“Per quanto riguarda la sopraelevata il nostro suggerimento è quello di tenerla solo da San Benigno alla stazione Marittima di Principe – continua Priano – liberando completamente la vista dei palazzi storici di via Gramsci e di caricamento”.
Durante l’incontro Dialoghincittà di oggi anche l’intervento di Michele Colnaghi, presidente del municipio Centro Ovest, che ha ricordato come gli alberi previsti attorno al Waterfront Levante arriveranno “a spese” di Sampierdarena: “Sappiamo che parte dei fondi sono stornati su piazzale Kennedy, e sappiamo che molto verde arriverà attorno alla Lanterna, ma speriamo anche che ci siano disegni, che oggi non abbiamo visto qui, che prevedano alberi in lungomare Canepa“.
Il tracciato.
Il tracciato del tunnel si sviluppa da San Benigno, a ponente, fino alla Foce, a levante, passando al di sotto del bacino portuale. La lunghezza complessiva del tracciato è di circa 3,5 km.
Il tunnel è costituito da due gallerie principali separate, una per ogni direzione di marcia, del diametro esterno di scavo pari a 16 m. La galleria prevede un doppio rivestimento in conci prefabbricati, per un diametro interno di circa 14 metri. Ogni galleria ospita una strada urbana di scorrimento di tipo D con carreggiata a due corsie di marcia e una di emergenza con altezza minima di 4,80 m e ampiezza di piattaforma pari a 11,25 m. In corrispondenza dei tratti in curva vi è un allargamento della carreggiata di circa 1,10 metri per favorire la visibilità.
La velocità limite di progetto all’interno del tunnel è pari a 70 Km/h.
Gli imbocchi
San Benigno
Sul lato di ponente, il tunnel si collega alla viabilità di Lungomare Canepa e, da questa, attraverso la strada a scorrimento veloce Guido Rossa, al casello autostradale di Genova Aeroporto (A10). Il collegamento con il casello di Genova Ovest (A7) è, invece, garantito attraverso l’allacciamento alla viabilità del nuovo nodo di San Benigno.
Brigate Partigiane
Sul lato di levante, il raccordo alla viabilità cittadina avviene su viale Brigate Partigiane, ricalcando il collegamento attualmente garantito dalla strada Sopraelevata Aldo Moro.
Madre di Dio
Nella zona centrale del Porto Antico, il nuovo tracciato si collega con un apposito svincolo all’asse viario di via Madre di Dio, dando accesso al centro città.