Progetto

Tunnel subportuale, Aspi: “Puntiamo ad aprire i primi cantieri a giugno, ecco perché il tunnel sarà sicuro” fotogallery

Tre impianti antincendio, corsie di emergenza, filtraggio dell'aria in caso di ingorghi. Selleri: "In corso dialogo con il consiglio superiore dei lavori pubblici"

Genova. “Le tempistiche legate alle autorizzazioni del tunnel subportuale sono sicuramente piuttosto dilatate ma ci sono interventi propedeutici che possono partire subito, ad esempio le bonifiche da eventuali residuati bellici senza le quali non si potrebbe procedere con gli scavi, il nostro obbiettivo, salvo problemi, è iniziare a giugno“. Alberto Selleri, project leader di Autostrade per l’Italia per i progetti speciali per Genova, conferma i tempi auspicati anche dal sindaco di Genova Marco Bucci per la grande opera che collegherà la “gronda a mare” alla Foce con un imbocco intermedio in prossimità di via Madre di Dio.

Il cronoprogramma, secondo quanto spiegato nel corso del primo incontro del percorso dialogico “Dialoghincittà” all’Università di Genova, prevede 65 mesi di cantieri, “Poco più di 5 anni – continua Selleri – tenendo conto che un anno e mezzo servirà – di cui un anno e mezzo servirà per lo scavo del pozzo a San Benigno, dove oggi si trova il magazzino Csm, da dove partirà il percorso della fresa che scaverà il tunnel vero e proprio”.

Fresa andata e ritorno. La fresa Tmb, un mostro d’acciaio di 16 metri di diametro, procederà in direzione del levante per i 3,4 chilometri del percorso, “una volta alla foce, la fresa sarà smontata e rimontata per scavare la seconda canna del tunnel, e ripartirà verso il pozzo iniziale”. Solo la realizzazione delle due canne di tunnel e dell’interconnessione con via Madre Di Dio si potrà procedere alla demolizione della sopraelevata e degli attuali svincoli.

Oltre al pozzo per la messa in opera della fresa – considerata dagli ingegneri di Aspi la soluzione più efficiente sia sul fronte della gestione delle terre di scavo sia delle tempistiche – nell’area del magazzino Csm (che sarà demolito), ma sottoterra, troverà spazio anche un “polmone” per la movimentazione e depurazione dell’aria del tunnel.

L’aria nel tunnel. “Tutti i fumi nelle due canne di tunnel – spiega il project leader di Autostrade per l’Italia rispondendo alle domande di alcuni uditori dell’incontro al Rettorato – verranno portati a una centrale di ventilazione lato ponente, qui saranno installati ventilatori e filtri che entreranno in funzione solo in caso di traffico congestionato, fermo, se invece il traffico sarà fluido i gas di scarico dei veicoli saranno diluiti naturalmente grazie all’effetto pistone e quindi andranno verso l’uscita della galleria”.

L’opera da 722 milioni di euro, prevista dal protocollo d’intesa firmato tra le istituzioni locali, il Governo e Aspi nell’ottobre del 2021 per ristorare Genova dai danni causati dal crollo di Ponte Morandi, sarà gestita e mantenuta dalle stesse Autostrade che oggi ne ha ribadito la gratuità. In queste settimane si sono susseguite le notizie sulle integrazioni alla documentazione chieste sia dal Consiglio superiore dei lavori pubblici sia dalla Regione.

“Il progetto è al vaglio del consiglio superiore dei lavori pubblici con cui stiamo interloquendo – prosegue Selleri – ci hanno chiesto delle piccole integrazioni e contiamo di chiudere questa partita a maggio, in parallelo va avanti la procedura autorizzativa regionale, domani consegneremo alla Regione Liguria le integrazioni che ci sono state chieste. Se le ritiene sufficienti la Regione Liguria pubblicherà il progetto e chiunque potrà fare osservazioni, poi partirà la conferenza dei servizi”, spiega Selleri.

Alcune delle interlocuzioni più fitte tra Autostrade e gli enti preposti ai controlli sono state relative alla sicurezza, argomento molto a cuore anche per gli stessi cittadini, futuri fruitori del tunnel: incidenti e incendi sono le evenienze che più preoccupano. “Il tunnel subportuale non deve sottostare alle normative che regolano la costruzione, ad esempio, delle gallerie ma abbiamo deciso di adeguarlo ugualmente – dice Alberto Selleri – ricordiamo che il tunnel, a differenza della sopraelevata, ha due corsie di emergenza, inoltre utilizzando i canali bypass si potrà passare da una canna all’altra, per quanto riguarda gli incendi, ci saranno sistemi di mitigazione dei roghi basati di ultima generazione in grado di abbassare la temperatura, e poi tre diversi meccanismi di controllo antincendio, tra cui telecamere e cavi fibrolaser, così come ci è stato chiesto dal consiglio superiore per le opere pubbliche, in modo che se non dovesse funzionare un sistema ce ne saranno altri due attivi”.

“Percorso dialogico”, quasi un dèbat public. Le domande e i dubbi sul tunnel subportuale sono ancora molte ma quello di questa mattina è stato solo il primo di una serie di incontri. Gli assessori comunali a Lavori pubblici e Trasporti, Pietro Piciocchi e Matteo Campora, presenti all’appuntamento, hanno annunciato una parallela serie di incontri anche nei municipi per discutere del progetto con i cittadini, raccogliere osservazioni e proposte.

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