Genova. Niente blocco della città per due giorni, ma un solo corteo il 5 aprile: la Questura di Genova ha ridimensionato le intenzioni degli edili genovesi che avrebbero voluto paralizzare la città coi propri mezzi il 4 e il 5 aprile, sulla falsariga dello scorso 21 marzo, per denunciare la situazione di crisi dovuta ai crediti del Superbonus.
A comunicarlo è il gruppo Basta crediti incagliati che nel frattempo ha raccolto in una chat su Whatsapp un migliaio di imprenditori: “A seguito del divieto della Questura di manifestare all’interno del centro cittadino per due giorni consecutivi, si è deciso, nostro malgrado, di concentrarci in una unica imponente manifestazione di mezzi da lavoro e persone a piedi nella giornata di mercoledì 5 aprile“. I dettagli logistici saranno comunicati in seguito dagli organizzatori, che ribadiscono la natura “spontanea, indipendente, apolitica e apartitica” del gruppo.
Dopo il via libera al secondo decreto Superbonus e l’annuncio di una piattaforma finanziaria guidata da Enel X per consentire lo sblocco dei crediti d’imposta, gli edili di Basta crediti incagliati rilanciano le loro proposte: “Riapertura dell’acquisizione tramite le società partecipate come Cdp e Poste, limitare lo sconto massimo applicabile rispetto al valore nominale dei crediti cedibili, lasciare alle banche la possibilità di compensare i crediti degli importi pagabili con l’F24 della clientela in modo che sia per loro possibile riprendere le acquisizioni da aziende e general contractor”. E ancora: “Differimento dei tributi in F24 in scadenza di 120 giorni, proroga dei cantieri avviati al 2024, ritenendo avviati solo i cantieri in cui siano davvero in corso i lavori in modo documentabile”.
Intanto il gruppo genovese, che vede tra gli organizzatori anche l’ex amministratore delegato di Invitalia Carlo De Romedis, oggi titolare di una ditta di forniture, si è espanso in altre città con l’intenzione di dare vita a nuove manifestazioni: Torino, Nuoro, Cremona, Roma, Varese, Venezia e Napoli. Ancora nessuna adesione formale da parte di associazioni di categoria e sindacati, nonostante diversi iscritti figurino tra i partecipanti e nonostante gli appelli lanciati in occasione del primo corteo.