Impasse

Superbonus 110%, Giorgetti: “Non tornerà più”. In Liguria 315 milioni di investimenti in bilico

Il ministro dell'Economia: "Ha generato 120 miliardi di debito, disponibili al confronto per un secondo tempo sostenibile". In Liguria completato solo il 70,2% dei lavori, solo la Campania ha fatto peggio

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Genova. “La stagione dei Superbonus al 110% non tornerà più”. A metterlo in chiaro è stato oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo a un convegno sui bonus edilizi a Roma. Il Governo mantiene dunque la linea della fermezza su una misura che “ha generato 120 miliardi di debito maturato”, soldi che lo Stato “dovrà pagare”, ha affermato Giorgetti.

Ma intanto, nonostante dal 17 febbraio sia in vigore il decreto che blocca la cessione dei crediti d’imposta, continua la corsa alla maxi agevolazione edilizia, come dimostrano i dati raccolti dall’Enea. In Liguria a febbraio gli investimenti ammessi a detrazione sono cresciuti di circa 67 milioni con 261 nuove asseverazioni. Complessivamente gli oneri a carico dello Stato sono saliti a quota 1,16 miliardi.

La nostra regione, però, è quella più arretrata (dopo la Campania) sul fronte del completamento dei lavori: solo il 70,2% degli interventi sono stati realizzati contro un dato nazionale del 76,2%, per un totale di oltre 315 milioni di investimenti ancora in bilico. L’investimento medio per un condominio ammonta a 533.288,14 euro: in un palazzo con 30 interni significa quasi 18mila euro a famiglia, fino a poche settimane fa coperti quasi sempre col meccanismo dello sconto in fattura.

Giorgetti si è detto “aperto al confronto per un secondo tempo sostenibile del meccanismo della cessione del credito“, precisando che in futuro le nuove agevolazioni dovranno “camminare su solide gambe che tengano conto delle nuove regole di contabilità” stabilite da Eurostat. Come? AL momento non si sa. Un’ipotesi era l’entrata in campo di Cdp per l’acquisto dei crediti incagliati: “Non dipende da me, bisogna chiedere a loro”, ha risposto il ministro. Difficile la strada dell’acquisto da parte delle banche in compensazione con gli F24 dei clienti: “Restiamo più freddi perché i numeri di cui dispone l’Agenzia delle Entrate ci dicono che banche e assicurazioni sono lontane dall’aver già acquisito volumi di credito d’imposta tali da rischiare di non avere spazio da utilizzare in compensazione”.

In ogni caso, ha proseguito Giorgetti, “non c’è pregiudizio alcuno da parte del Governo a valutare una disciplina transitoria per gli interventi in regime di edilizia libera che tuteli gli interventi non ancora effettuati per i quali alla data del 16 febbraio risultassero già effettuati gli ordini vincolanti per la fornitura dei beni da installare, come ad esempio i serramenti, le caldaie e gli impianti fotovoltaici. Allo stesso modo, non c’è pregiudizio alcuno a tutelare ai fini del sismabonus tutte le operazioni di demolizione e ricostruzione con titolo edilizio abilitativo già presentato al 16 febbraio, a prescindere dal fatto che a tale data risultasse anche già registrato un contratto preliminare di compravendita sulle singole unità immobiliari che compongono l’edificio risultante dopo la ricostruzione”. Così come, ha proseguito, “pur non essendo disponibili a modificare nel suo complesso la data da cui decorre il blocco, siamo aperti a valutare con il Parlamento interventi mirati su questioni particolari, come quelle che riguardano gli interventi effettuati dagli Istituti autonomi case popolari, gli interventi effettuati dalle Onlus e gli interventi effettuati nelle zone terremotate che già adesso, in ragione della loro oggettiva specificità, possono beneficiare di particolari modalità di applicazione del Superbonus”.

In Liguria è ancora nel cassetto la proposta di legge del M5s che prevedeva l’acquisto dei crediti bloccati da parte della Regione in compensazione con gli oneri fiscali nei confronti dello Stato, con una copertura stimata di 30 milioni all’anno fino al 2025 a valere sui fondi europei. Un intervento che la giunta Toti si era detta disponibile ad attuare, pur senza scendere nel dettaglio delle cifre, prima che il Governo fermasse anche le iniziative degli enti locali.

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