Genova. Quando negli anni Novanta è avvenuta la riqualificazione del Viaduc des Arts di Bastille a Parigi è stato naturale, per chi amministrava Genova, prendere quel progetto come fonte di ispirazione per rilanciare via Buranello e piazza Vittorio Veneto. Genova non è Parigi, e Sampierdarena non è Bastille, ma la differenza principale è che il Viaduc parigino è stato ricavato sotto una linea ferroviaria dismessa mentre sopra via Buranello i treni passano eccome.
Ed è questo uno dei motivi per cui nel 2023, una trentina di anni dopo l’inizio dei ragionamenti sui “voltini”, la riqualificazione è ancora alla fase di progetto di fattibilità tecnico economica. Rispetto al passato, però, ci sono i soldi – 3,6 milioni di euro come base messi a disposizione dal Comune di Genova – e ci sono i tempi, legati al Pnrr, a scandire forzatamente quelli che saranno i lavori.
Secondo quanto spiegato questa mattina in commissione consiliare a palazzo Tursi, i voltini di Sampierdarena saranno riqualificati entro dicembre 2025. Lo ha detto Manuela Torti, architetto del Comune responsabile dell’intervento. Al momento il progetto di fattibilità approvato in conferenza dei servizi e dalla giunta comunale è in fase di assegnazione di gara: l’impresa èp già stata individuata. I lavori saranno aggiudicati definitivamente entro giugno 2023, altrimenti si perderanno i finanziamenti europei.
L’altro aspetto importante, illustrato dall’assessore al Commercio Paola Bordilli, è quello che ha visto rivoluzionare il progetto precedente per i voltini – che non prevedeva attività commerciali negli spazi da recuperare – attribuendo invece un’importanza consistente ai negozi già presenti sulla via e a quelli che potrebbero nascere in un vicino futuro.
Da piano progettuale si parla di 29 voltini più ampie e una trentina di nicchie della misura di 1,70m x 5m. Altri voltini e nicchie sono già occupate da attività commerciali, da spazi pubblici (Amiu, Centro Civico Buranello) oppure sono inagibili per vari motivi. In tutto gli spazi sono un’ottantina.
Le funzioni. Durante la commissione consiliare di oggi si è chiarito meglio quale tipo di attività e contenuto potrà essere ospitato da voltini e nicchie. Rispetto ad alcuni progetti passati – che puntavano tutto su associazionismo e artigianato – in seguito a un tavolo di confronto avviato da qualche mese tra Comune, municipio, Rfi, Civ e associazioni di categoria – si è aperta maggiormente la possibilità anche alle attività commerciali.
“Fermo restando le limitazioni oggettive come le normative in materia e come l’assenza di fognatura, e fermo restando il patto per il commercio che impedisce l’apertura di alcune attività considerate degradanti – ha detto l’assessore Bordilli – pensiamo che nei voltini potrebbero trovare spazio negozi di vario tipo, ma anche dehors di bar e locali già esistenti, potrebbero essere utilizzati come vetrine dai negozi della via oppure avere un contenuto più pubblico”.
Ad esempio il municipio Centro Ovest sarebbe interessato a sfruttare alcune nicchie, difficilmente utilizzabili, per ospitare opere d’arte. Altri spazi sarebbero destinati a totem informativi per la cittadinanza. E anche Amt sarebbe interessata ad alcune nicchie, in prossimità delle fermate, per allestire soste e punti informativi destinati agli utenti.
Rodolfo Bracco presidente del civ Sampierdarena, audito durante la commissione, ha espresso soddisfazione per il cambio di rotta sull’utilizzo dei voltini – “il commercio rappresenta un presidio, soprattutto se si tratta di commercio buono – e per la decisione di Rfi di non procedere con lo sfratto delle attività già esistenti: “Ci saremmo ritrovati con molte saracinesche chiuse nella via, in attesa della fine dei lavori”.
Rfi dal canto suo ha sottolineato la necessità di poter ispezionare i voltini una volta all’anno e poi in maniera più approfondita ogni sei anni. “Si tratta a tutti gli effetti di un ponte ferroviario, con circa 100 arcate ferroviarie, che quindi vanno verificate da un punto di vista strutturale”, ha spiegato Davide Lagostena di Rete Ferroviaria Italiana.
Proprio per consentire queste ispezioni i progettisti hanno pensato a una sorta di “modulo” di ristrutturazione che possa consentire il passaggio ai muri attraverso delle intercapedini e al contempo di isolare acusticamente i locali: il passaggio continuo dei treni è uno dei punti a sfavore per l’insediamento di molte attività. “Stiamo lavorando a un prototipo di format per garantire queste caratteristiche senza sacrificare troppi centimetri”, ha ribadito l’architetto del Comune.
Alla commissione ha partecipato anche il presidente del municipio Centro Ovest Michele Colnaghi: “Il confronto con il Comune e con i civ è stato proficuo, oggi però dubito che i soldi stanziati basteranno per tutti gli interventi quindi inviterei l’amministrazione a dare precedenza ai voltini e alle attività commerciali piuttosto che alle nicchie, perché se la via dovesse rivivere di commercio sano ne avremmo beneficio tutti, inoltre chiediamo che il patto del commercio che sarà stipulato sia mirato al territorio, che i negozi che andranno a insediarsi non creino maggiore difficoltà al tessuto sociale”.
Sulla tipologia di attività commerciali ha espresso qualche perplessità Monica Russo, consigliera comunale del Pd, “A oggi non abbiamo idea precisa su quanti e quali attività commerciali andranno nei voltini”. L’assessore Bordilli è convinta che le idee si chiariranno maggiormente nel passaggio tra progetto di fattibilità e progetto definitivo.