La Sampdoria conferma di avere un’anima e di non essersi arresa all’idea di una salvezza ormai quasi irraggiungibile: sono dodici i punti dallo Spezia quartultimo. Se a questo sforzo tattico e di abnegazione si fosse abbinata anche un po’ di qualità in più, forse la squadra non sarebbe all’ultimo posto in classifica. L’amaro in bocca viene nel vedere un giocatore come Sabiri in panchina per novanta minuti, la cui situazione è “prodotto” della cattiva gestione societaria che ha fatto piombare la Samp in una crisi che pare lungi dall’essere risolta.
Contro la Juventus formato “turnover”, c’era il rischio di un tracollo dopo le due zuccate vincenti di Bremer e Rabiot. La squadra di Stankovic ha però rialzato la testa sfruttando le defaillance bianconere pareggiando i conti con Augello e Djuricic e chiudendo in crescita il primo tempo. Tuttavia, nella ripresa la squadra pur giocando una partita attenta si è dovuta arrendere alla forza superiore della Juventus. I bianconeri grazie ai goal di Rabiot e Soulè si sono imposti 4 a 2. Parziale che sarebbe potuto essere più pesante se Vlahovic non avesse calciato contro il palo il rigore concesso per fallo di Augello su Cuadrado.
Tornando su Sabiri, fa male al popolo blucerchiato vedere una squadra in affanno ma con una buona organizzazione non poter contare sull’uomo di maggiore talento. La delusione del fantasista marocchino è la cartina tornasole di una società che nella condizione attuale non ha né dà prospettive. Dallo stesso giocatore, relegato ai margini da Stankovic e già venduto alla Fiorentina, ci si sarebbe potuto aspettare un attaccamento diverso ai colori che lo hanno lanciato nel grande calcio proprio il 12 marzo dello scorso anno. L’ex Ascoli aveva segnato la prima rete in campionato con la Sampdoria a Marassi contro la Juventus. Rete inutile, sconfitta per 3 a 1, ma prima giocata di tante cruciali per la salvezza.