Attività storiche

Procedura di sfratto per la storica pasticceria Quaglia a Sampierdarena, la rabbia della titolare: “Non capisco perché”

La sentenza del giudice è in programma per il 30 marzo. "Quel giorno - dice la titolare - sapremo di che morte morire"

Generico marzo 2023

Genova. Disgusto, rabbia e delusione. Con queste parole Giorgia Musumarra, titolare da 12 anni della pasticceria Quaglia – storico locale di via Cantore a Sampierdarena,  70 anni di attività compiuti a settembre 2022 –  racconta, in uno sfogo sui social, la propria delusione e incredulità per aver ricevuto un’intimidazione di sfratto.

“Alcuni condomini – scrive Giorgia Musumarra – hanno deciso di voler farci togliere i tavolini sotto il porticato (condominiale) e ancora peggio una disdetta di locazione su una porzione del locale. La disdetta di un contratto si protrae da un decennio. Ma vorrei essere chiara: non sono morosa! Per questo, non mi spiego il motivo per cui vogliono mandarci via”.

Per quanto riguarda le motivazioni di sfratto, la titolare spiega di aver “preso in esame diverse sfaccettature…cattiveria, invidia, tutelare gli interessi di altri, ignoranza, perfidia ecc, ecc… Tutti si lamentano per il degrado di Sampierdarena, prossimamente il Comune uscirà con un bando, per incentivare l’apertura di nuove attività nel quartiere, per riqualificarlo ma alcuni sampierdarenesi hanno deciso di voler eliminare un’attività storica“.

Nello sfogo sui social racconta ancora: “Sono mesi che vado avanti e indietro dal Tribunale (un delinquente ci va meno). La “Giustizia” è oberata di lavoro, 5 minuti per causa, una coda infernale e leggere gli atti allegati è impensabile, si basano su quattro parole. I Giudici sono essere umani, con i loro problemi e pensieri ma…Nessuno scrupolo nella volontà di voler eliminare un’attività storica e sana di Sampierdarena. Nessuno scrupolo per le 9 famiglie che ci lavorano. Cosa peggiore…nessun valido motivo”.

Raggiunta telefonicamente da Genova24, Giorgia Musumarra precisa, con voce rotta dal dispiacere, che la sentenza del giudice è in programma per il 30 marzo. “Quel giorno – dice – sapremo di che morte morire sia io come titolare sia anche i miei dipendenti”.

E ribadisce ancora di non capire assolutamente come mai si voglia far chiudere un’attività storica, in regola con i pagamenti e sana. “Chiudiamo alle 20, non vendiamo alcol e i nostri clienti sono famiglie, bambini e anziani. Davvero, non capisco cosa ci sia che non vada”.

(fonte fotografia: pagina Facebook Pasticceria Quaglia)

 

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