L'udienza

Ponte Morandi, l’ingegnere di Aspi: “Solo le ispezioni annuali dovevano essere complete e approfondite”

Sentito anche un dipendente del Rina ma per l'assenza di un verbale su una precedente dichiarazione il controesame è stato rinviato

Il viadotto Valle Ragone dell'autostrada A12

Genova. Udienza rapida e, ancora per oggi, non incentrata sul crollo del ponte Morandi questa mattina sotto la tensostruttura di palazzo di Giustizia a Genova. Il primo a sedersi sul banco dei testimoni è stato Graziano Verzilli, ingegnere e dipendente di Autostrade per l’Italia. Sono due anni dopo la tragedia del ponte Morandi era stato chiamato a Genova a lavorare nel primo tronco dove coordinava l’area tecnica e l’area impianti.

“Del Polcevera non abbiamo mai parlato” ha sottolineato a una domanda del collegio circa le interlocuzioni avute in tema di controlli con Serena Alemanni, responsabile della sorveglianza del primo tronco per Spea e una dei 58 imputati del processo.

“Quando mi è stato fatto presente che c’erano difficoltà nel poter eseguire le ispezioni di diverse opera – ha spiegato Verzilli – ho suggerito di utilizzare metodi alternativi, come i droni o dove possibile i rocciatori”.

Quando il pm gli ha letto una sua dichiarazione rilasciata alla guardia di finanza durante le indagini dove aveva affermato che “se nell’ispezione non si può accedere l’ispezione è incompleta”, il teste però ha chiesto di poter rileggere in aula la circolare ministeriale del 1967 (la principale fonte normativa in merito alle ispezioni fino alle modifiche introdotte dopo il crollo del ponte) e ha specificato che: “Nel verbale la mia spiegazione è stata molto sintetizzata. Io intendevo dire che era incompleta se si fosse trattato di un’ispezione annuale che deve essere un’ispezione approfondita mentre per le ispezioni trimestrali la circolare chiarisce che non presuppongono l’utilizzo dei mezzi speciali: si tratta di un’ispezione visiva, che consiste nell’esaminare le parti visibili di una struttura”.

Il secondo testimone sentito è stato Nunzio Di Somma del Rina. Come l’ultimo testimone della scorsa settimana Tiziano Lucca, per conto del Rina avevano eseguito ispezioni su 17 viadotti nel per raffrontarle poi con quelle eseguite da Spea e avevano rilevato come non in tutte le strutture fosse possibile ispezionare tutte le parti.

Al testimoner il pm Marco Airoldi ha poi sottoposto il verbale di una precedente dichiarazione fatta in corso di indagini dove aveva spiegato che ad un certo punto ,due degli attuali imputati, avevano chiesto al Rina di non compilare più le schede mettendo i voti (che dovevano poi essere confrontati con gli analoghi voti assegnati dagli ispettori di Spea) ma di indicare solo le anomalie presente nelle strutture. Sul punto tuttavia, su richiesta delle difese che sostengono che il verbale non era mai stati depositato, la testimonianza è stata interrotta e il controesame rinviato per verificare che quella dichiarazione possa effettivamente entrare nel processo in corso.

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