Il processo

Ponte Morandi, la nuova gestione Spea dopo il crollo con l’impennata dei voti ‘negativi’ sugli altri viadotti

L'allarme del pm Cotugno: "Se riduciamo durata udienza finiremo di sentire i testi alla fine del 2025"

Generico marzo 2023

Genova. Dopo il crollo del ponte Morandi Aspi chiede a Spea una stretta sui controlli delle opere e l’azienda si attiva con una nuova gestione e controlli più accurati . Ai vertici dell’Utsa di Spea arriva Massimiliano Zimmaro in sostituzione di Antonino Valenti (uno dei 58 imputati per il crollo): è il 20 maggio 2019. Poco dopo Zimmaro chiama Andrea Pancani, che diventa responsabile della Sorveglianza Utsa di Spea dall’1 luglio dello stesso anno.

Proprio Zimmaro e Pancani sono stati ascoltati oggi nel corso del processo per il crollo del ponte Morandi, loro che a Genova sono arrivati dopo il crollo dello stesso tanto che Zimmaro a una domanda estemporanea del pm su quale pila del Morandi fosse crollata ha risposto candidamente: “Non lo so quale pila è crollata, io il ponte Morandi non l’ho mai visto e non so come è fatto”.

Zimmaro e soprattutto Pancani, di opere relative al primo tronco ne hanno viste tante: “Sono 506 in tutto le opere sottopassanti e siamo riuscite a vederle tutte entro la fine dell’anno, ma non siamo riusciti per ogni opera a vedere tutte le parti cave”.

Eppure anche se le ispezioni non sono state del tutto complete il numero di voti ‘negativi’, quelli previsti dal manuale di Spea, si sono improvvisamente impennati.

Il manuale prevede dei coefficienti di rischio che vanno da un minimo di 10 (numero che indica i lievi ammaloramenti) fino a 70 (numero che indica che un’opera è molto pericolosa e potenzialmente da chiudere). Dalle carte e dal racconti dei tecnici ascoltati oggi in aula
è emerso come nel primo trimestre 2018 (prima del crollo del ponte Morandi) solo 4 opere presenti sul tronco autostradale ligure fra viadotti e tunnel fossero valutate 50; mentre nel terzo trimestre 2019 ( quando i controlli passano alla nuova gestione Zimmaro-Pancani) i 50 salgono a ben 45. I voti 60 passano da 1 a 7 e i voti 70, che erano sempre stati pari a zero (quindi nessun viadotto a rischio chiusura) sono diventati 4.

E per questi, come ha ricordato in aula Pancani a domanda del pm Walter Cotugno “furono presi immediati provvedimenti come la limitazione del transito con riduzione di corsia o il divieto di autorizzazione ai trasporti eccezionali”.

Fra l’altro Aspi aveva affiancato alle ispezioni di Spea quelle di due aziende esterne e aveva deciso di utilizzare come ‘buono’ il valore più alto, cioè quello più negativo come precauzione di sicurezza (da ricordare che per il viadotto Morandi, crollato il 14 agosto 2018, fu dato un voto pari a 70 solo nel 1993, che portò ai lavori sulla pila 11 e due voti 60 nella relazione trimestrale di fine 2015 che portarono a un intervento di manutenzione). E alle fine del 2019 tolse del tutto a Spea l’attività di sorveglianza.

Zimmaro e Pancani, entrambi a lungo dipendenti di Spea e oggi passati a Tecné, hanno spiegato come furono chiamati con un compito preciso: “Obiettivo delle nostre ispezioni era quello di effettuare valutazioni più aderenti possibili al manuale senza essere condizionati dalle valutazioni precedenti. Ogni volta che vedevamo un problema superficiale facevamo intervenire i tecnici che con scassi consentivano di capire se gli ammaloramenti aveva danneggiato anche la parte interna della struttura”.

Al termine dell’esame, dopo che su pressione degli avvocati difensori e l’accordo del collegio, è stato deciso di abbreviare la durata delle udienze fino circa alle 16 il pm ha fatto una rapido calcolo che ha gelato l’aula: “Abbiamo calcolato che complessivamente mancano tra accusa e difesa circa 500 testi, oltre agli imputati che tutti hanno deciso di farsi interrogare. E se manteniamo la nuova scansione di soli due testi a udienza finiremo a dicembre del 2025”. E a febbraio del 2026 andranno in prescrizione alcuni degli omicidi stradali per gli imputati che hanno commesso il reato prima della riforma della prescrizione del 2005.

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