La direttiva

Ponte Morandi, due anni prima del crollo la mail dei dirigenti Spea con le parole vietate: “Non inseritele nei rapporti sui controlli”

Vietato scrivere "non ispezionabile, "non accessibili" e "calcestruzzo in distacco"

ponte morandi crollato

Genova. Un nuovo documento è stato depositato oggi nel fascicolo del dibattimento nell’ambito del processo per il crollo di ponte Morandi. La missiva, datata 24 giugno 2016, vale a dire due anni prima del crollo del ponte Morandi, è stata inviata da due dirigenti di Spea (la controllata di Aspi che aveva il compito di monitorare lo stato di ponti e viadotti) del primo tronco autostradale (quindi quelli che controllavano il Morandi e gli altri viadotti liguri) ad Andrea Pancani, all’epoca responsabile della sorveglianza per Spea presso la direzione del IV tronco di Firenze.

Nella mail si legge che “nelle osservazioni in calce ai rapporti trimestrali vanno definitivamente escluse le seguenti diciture: “non ispezionabile”, “non accessibili” e “calcestruzzo in distacco”.

La mail è stata inviata da due degli attuali imputati nel processo per il crollo del ponte, vale a dire Alberto Ascenzi (responsabile dell’ufficio di SPEA denominato Supporto Tecnico alla Vigilanza) e Fabio Sanetti (responsabile dell’ufficio di SPEA denominato Sorveglianza UTSA 1° Tronco).

L’esistenza di questo documento è emersa nel corso della lunga testimonianza di Andrea Pancani, ascoltato lunedì 20 marzo, che fu responsabile per alcuni mesi anche della sorveglianza dei viadotti della rete ligure ma solo dopo il crollo del ponte Morandi. Pancani infatti, fu chiamato a Genova da Massimiliano Zimmaro, divenuto nel maggio del 2019 responsabile UTSA Genova, incarico che mantenne fino alla fine del 2019 quando Aspi decise di togliere a Spea il compito della sorveglianza dei viadotti affidandoli tramite bando a una società esterna.

Del significato di questa mail nei prossimi mesi dovranno dar conto proprio gli imputati che l’hanno inviata. Quasi tutti i 58 imputati per il crollo del viadotto fra l’altro hanno fatto sapere tramite i loro legali che si sottoporranno all’interrogatorio nel processo.

Come emerso finora nel corso del processo infatti non tutte le parti del viadotto Morandi ma anche delle altre infrastrutture in capo ad Aspi e Spea venivano ispezionate trimestralmente e alcune, come i cassoni o altre strutture cave non venivano proprio ispezionate direttamente perché non erano state realizzate vie di accesso che consentissero agli ispettori controlli in sicurezza. In questo modo però, le eventuali parti ammalorate delle strutture non potevano essere rilevate direttamente e in tempi celeri.

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