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Nuovo piano sociosanitario, opposizioni all’attacco: “Prima si decide e poi si ascolta”

Pastorino (Linea Condivisa): "Giunta spaccata, servono chiarimenti su San Martino-Villa Scassi". Pd: "Un confronto al contrario". La replica della Lista Toti: "È solo il punto di partenza".

Giovanni Toti

Genova. Si infiamma il dibattito nella politica ligure dopo l’approvazione in giunta della prima bozza del piano sociosanitario 2023-2025 della Liguria, il documento di programmazione delle attività territoriali e ospedaliere che nei prossimi mesi, alla fine di un lungo iter, andrà in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.

“Lok al piano, che doveva essere approvato entro 31 dicembre, slitta ad oggi. Ora le possibilità sono due – punge il consigliere Gianni Pastorino di Linea Condivisa -. è stato scritto con i piedi oppure i contrasti allinterno della maggioranza sono tali che, nei fatti, non esiste più una vera maggioranza. Le profonde spaccature e distinzioni sono ormai evidenti a tutti: tra Fratelli dItalia e Lega c’è una competizione forte e radicalizzata sui temi mentre in Cambiamo prevale un orientamento più moderato e aperto a maggioranze variabili. Lo abbiamo visto anche in alcuni esperimenti politici come lelezione del presidente di Provincia a Savona. Con le formule di rito che sono tipiche di questi piani sanitari, Gratarola dice che la situazione al Villa Scassi e al San Martino viene definita attraverso listituzione di dipartimenti interaziendali che efficienteranno il sistema garantendo comunque lautonomia delle due realtà ospedaliereCi sorge qualche domanda: quindi prima i due ospedali non collaboravano? È solo frutto di unilluminazione dell’assessore Gratarola questo dialogo, tra Villa Scassi e San Martino? E soprattutto chi guiderà questi dipartimenti interaziendali? E come si relazioneranno con la filiera gerarchica dei due ospedali? In tutto questo la dirigenza di Asl 3 che autonomia avrà nei confronti del San Martino che ha, come Dea di secondo livello, una struttura più imponente rispetto al Villa Scassi, Dea di primo livello? Lautonomia di Asl 3 ci sembra davvero poca“. 

“Ancora una volta è evidente la spaccatura allinterno della giunta Toti, contrasti fortissimi sulla visione e sul futuro della regione e della sanità ligure. Toti, che ha governato in questi anni da imperatore a pieni poteri, si nasconde oggi dietro alla figura di un assessore-tecnico – aggiunge Pastorino -. Nel frattempo chi subisce la mancanza di capacità di governo sono le cittadine, i cittadini, gli utenti della sanità che, tra liste di attesa infinite, chiusura di poli sanitari, pagano dei prezzi altissimi. Dal punto di vista della sanità questa è considerata la peggior regione del nord Italia con una mobilità passiva che costa oltre 50 milioni di euro, con persone che vanno a curarsi in altre regioni e con una struttura sanitaria territoriale ridotta allosso nonostante lo sforzo degli operatori sanitari. Una situazione devastante in cui le linee della sanità ligure non sono chiare neanche a chi governa anche se su una cosa tutti sono daccordo: far indietreggiare il pubblico per aprire al mercato privato a cui Toti ha dato pieno e libero accesso”.

“Anche sul Piano sociosanitario la giunta regionale non si smentisce – attacca il Pd -. Viene presentato con tre anni di ritardo dopo averlo frettolosamente ritirato a novembre, utilizzando il solito metodo: prima gli annunci sui giornali e le conferenze stampa, poi, solo dopo, il confronto istituzionale coi sindacati, con i territori, con le conferenze dei sindaci e il Consiglio regionale. Un confronto al contrario quello che caratterizza la giunta Toti: prima si decide, poi semmai si ascolta, a cose fatte. Una modalità singolare, un’assenza di condivisione che si riflette in molte scelte, a partire dalla pianificazione imposta dall’alto della medicina territoriale, con al centro le case di comunità previste dal Pnrr e collocate dalla Regione senza una pianificazione dei bisogni, più per ragioni di edilizia sanitaria che di rete di offerta. Così come per lo sviluppo della rete ospedaliera, il piano riparte dal fallimento di quello precedente, con il Felettino, annunciato nel 2016 e che forse vedrà la luce nel 2027 e il nodo irrisolto degli Erzelli, il cui futuro è tutto da scrivere. Analizzeremo il piano nel merito e nel dettaglio: la logica degli annunci e del grande libro dei sogni si scontra però con la realtà di questi anni, dove la strategia è mancata: dal personale alle liste d’attesa, dall’emergenza alla rete territoriale all’integrazione socio sanitaria, la situazione è di grande difficoltà, e non basteranno gli annunci e le promesse a correggere la rotta”, concludono i consiglieri.

“Un vademecum per ricordare come ogni azione amministrativa necessiti di un iter specifico. Chissà se questa potrebbe essere la soluzione alle continue sviste del centrosinistra che portano alla stesura di note fantasiose in cui l’unica evidenza è la voglia di disfattismo e il tentativo di dimenticare il non fatto del lungo periodo di governo – contrattacca la Lista Toti -. Questa volta il Pd si indigna per la presentazione del piano sanitario che, secondo i suoi componenti, non avrebbe ascoltato le necessità territoriali per vivere di annunci a cose fatte. Posto che se ciò fosse vero vorrebbe dire che tutte le fasi della prassi di approvazione sarebbero state compiute e dunque anche quei passaggi che coinvolgono l’opposizione, vogliamo ricordare proprio gli step utili all’approvazione per rinfrescare le conoscenze ai consiglieri e per rispondere alle critiche infondate”.

“Quello di oggi – ricorda la Lista Toti – è il punto di partenza, è la prima bozza del piano approvato in giunta ed è il documento sulla base del quale, come previsto dall’iter istituzionale appunto, si aprirà il confronto con il territorio e poi la discussione in Consiglio regionale, cui spetta l’approvazione definitiva. L’auspicio è che le osservazioni e le proposte siano costruttive e non, come ormai sempre accade, esclusivamente strumentali e polemiche, volte a far dimenticare le mancanze e l’immobilità delle passate amministrazioni di chi oggi è all’opposizione o a cercare approvazione a suon di “mezze verità” e omissioni. Da questo punto di vista purtroppo, se la premessa è quella che si evince dal comunicato del Pd, non ci aspettiamo nulla di buono. Eppure, la collaborazione propositiva su temi così delicati è ciò che continuiamo ad auspicarci. Ci stiamo forse illudendo? Allora sì, andremo avanti continuando a rispondere ad inutili prese di posizione ma lavorando per il bene della cittadinanza”.

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