Ricorso

No Skymetro, il comitato inizia la battaglia legale al Tar: “Il Comune nasconde i documenti”

"Tursi non ha mai risposto alle richieste di accesso agli atti, è evidente che l'amministrazione non voglia confrontarsi"

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Genova. Nelle prossime ore esponenti del comitato Opposizione Skymetro – Val Bisagno Sostenibile presenteranno, con lo studio legale Barabino, un ricorso al Tar per avere alcuni documenti richiesti all’amministrazione comunale con un accesso agli atti e un accesso civico generalizzato (che riguarda, quindi, documenti non coperti da nessuna regola ma accessibili a tutti i cittadini). Ad annunciarlo, seguendo le anticipazioni delle scorse settimane, è il comitato stesso con un comunicato stampa.

I documenti richiesti sono atti, studi, allegati e relazioni finali relativi al “servizio di supporto alla definizione delle caratteristiche tecnico-funzionali del sistema di trasporto rapido di massa per la Val Bisagno”, aggiudicato all’ingegnere Gianfranco Felice Rossi, e al “servizio per l’analisi di compatibilità idraulica del progetto di fattibilità tecnico economica”, aggiudicato a Itec Engineering. Si tratta di affidamenti nell’ambito dell’iter per il prolungamento della metropolitana Brignole-Molassana in sopraelevata lungo il Bisagno, il cosiddetto Skymetro.

“Le richieste di accesso – spiega il comitato – sono state fatte il 12 gennaio per avere questi documenti non altrimenti pubblicati, per consultarli e capire parametri e analisi sul progetto annunciato. La legge prevede che gli atti vadano consegnati entro 30 giorni. L’amministrazione comunale non ha consegnato i documenti. Seppur sollecitata, anche a fronte di interlocuzioni telefoniche e per posta elettronica con addetti degli uffici comunali, ha rimandato la risposta fino ad arrivare vicino alla scadenza dei 60 giorni dalla richiesta, termine ultimo per poter presentare un ricorso”.

“Questa vicenda – proseguono gli oppositori – mette in evidenza come l’amministrazione comunale non sia disponibile a confrontarsi, informare, coinvolgere i cittadini, nello specifico quelli che lo chiedono, alla progettazione e confronto sui progetti che cambiano la città. Da una parte esponenti istituzionali e assessori si dichiarano disponibili a confronti (con progetti già decisi, peraltro), invitano i cittadini a bussare alla porta del loro ufficio al Matitone per avere velocemente informazioni, fanno incontri in cui illustrano progetti cambiati di volta in volta. Dall’altra negano una informazione dovuta, fondamentale, regolata per legge creando, così, un conflitto legale (che avrà dei costi) e una difficoltà a rendere chiari i processi e i progetti. A nostro avviso in tutte le circostanze questi documenti dovrebbero, semplicemente, essere resi pubblici e scaricabili con un semplice click. Invece assistiamo in città a un fiorire di progetti, enormi, di cui non si conosce l’esatta configurazione fino a che i cantieri non sono decisi, appaltati, a volte iniziati”.

“Come comitato, ci siamo dati il compito, oltre che di coinvolgere la cittadinanza e la città, di promuovere alternative più sostenibili a livello economico, sociale, ambientale (come il tram) e di informarci ed informare sul progetto annunciato. L’ultima volta che abbiamo ottenuto dei documenti con un accesso generalizzato agli atti abbiamo scoperto che il progetto presentato al ministero era, per noi, sconcertante. Tanti errori, tante affermazioni grossolane, effetti positivi dell’ordine del 1-2%. Cosa ci sarà da scoprire adesso – si chiedono in conclusione gli attivisti -? Come si fa ad avere una interlocuzione efficace con queste premesse? Come si fa a cambiare una città senza allearsi con i cittadini? Come si fa a progettare in solitudine, senza coinvolgere le competenze cittadine?

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