Interrogazione

Lista Sansa: “Serve un’indagine epidemiologica per pianificare la sanità in Liguria”

lista sansa

Genova. “In Liguria abbiamo bisogno di un’indagine epidemiologica per poter pianificare al meglio la sanità territoriale. Con un quadro reale dello stato attuale si potrebbero poi dare risposte adeguate a livello sanitario, andando incontro alle esigenze dei cittadini nei vari territori”. Questa la richiesta in tema sanitario dei consiglieri regionali della Lista Sansa, che con un’interrogazione avente come prima firmataria Selena Candia, questa mattina hanno avanzato la proposta all’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola.

“A questa nostra interrogazione ci è stato precedentemente risposto con dei link di Alisa sullo stato di salute dei liguri – spiega Candia -. Peccato che aprendo le tabelle all’interno dei link ci siamo trovati di fronte a pochi dati e non contestualizzati. Per fare qualche esempio tra le malattie croniche sono riportate solo 6 tipologie tra le migliaia che ci sono, e sulle cause di morte non ci sono dati. Il tutto senza un termine di paragone nazionale e/o europeo per poter capire se il dato consultato è positivo, preoccupante o all’interno di una media”.

“Tra qualche giorno uscirà il nuovo piano sociosanitario e noi ci chiediamo che risposte possa dare questo strumento se preventivamente non è stata fatta un’analisi sullo stato di fatto – sottolinea Selena Candia -. Ad esempio sul discusso tema della chiusura dei punti nascita, come si possono prendere decisioni così delicate se a monte mancano i dati sulle morti neonatali o sul numero di parti cesarei che ogni ospedale effettua nel corso dell’anno? Se non si conoscono i dati epidemiologici è difficile programmare rispondendo ai reali bisogni delle persone”.

All’interrogazione di Selena Candia, l’assessore Angelo Gratarola ha risposto citando la longevità dei cittadini liguri – definiti dall’assessore i più longevi d’Italia – e l’importanza della statistica prima dell’epidemiologia. “La Liguria è tra le regioni più vecchie d’Italia non perché viviamo di più ma perché qui non nascono bambini – rimarca Candia -. A livello di aspettativa di vita siamo al nono posto sulle 20 regioni, quindi un’indagine epidemiologica potrebbe aiutarci anche a migliorare la padronanza di questi dati”.

“A Genova ci sono quartieri come Certosa in Valpolcevera dove in media si vive quattro anni di meno che in altri del Levante, come Albaro – osserva il capogruppo della Lista Sansa, Ferruccio Sansa -. La colpa è essenzialmente dell’inquinamento, ma anche della carenza di strutture sanitarie adeguate che incidono sulla cura e la prevenzione. Per scoprire questa vergogna occorre un osservatorio epidemiologico che permetta di capire quali sono le malattie più diffuse e dove si concentrano. Aiutando quindi la cura e anche la prevenzione”.

“L’osservatorio aiuta a capire quali patologie colpiscono maggiormente i liguri permettendo di prendere le scelte più adatte – aggiunge Sansa – le specialità mediche in cui investire, le attrezzature da comprare, il personale da assumere. Un osservatorio sarebbe stato essenziale per salvare migliaia di vite umane quando in Liguria si sono verificate emergenze ambientali: la centrale a carbone di Vado, l’Acna di Cengio, la Stoppani di Cogoleto, la centrale Enel di Spezia”. “Per questo chiediamo che la Liguria sia dotata di un efficiente Osservatorio Epidemiologico – conclude il capogruppo della Lista Sansa -. Lo chiedono da anni anche medici, da sempre in prima linea, come Valerio Gennaro”.

L’istituzione di un’indagine e di un osservatorio epidemiologico avrebbe un grande valore anche per il territorio spezzino, come rimarca il consigliere regionale della Lista Sansa, Roberto Centi. “Da tempo anche la comunità della Spezia attende invano studi epidemiologici scientifici, che mostrino il tributo pagato dalla città alle servitù di ogni genere che hanno gravato e talora ancora gravano su di essa, dalla centrale a carbone dell’Enel alla raffineria ex IP, alle numerose discariche ora dismesse ma a lungo attive, a alcune aree ora investite da inquinamento portuale, ad altre militari, senza parlare delle limitrofe Pertusola e Snam – spiega Centi -. Una situazione che ha comportato un tributo molto alto di vite umane, per cui sarebbe il momento di capire il punto a cui siamo arrivati per tutelare il futuro di chi rimane su un territorio unico e fragile al tempo stesso”.

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