Intervista

La velista Clapcich racconta la sua Ocean Race: “Non vedo l’ora di arrivare a Genova”

"Il capoluogo ligure è una scelta perfetta come approdo finale e sarà un orgoglio per tutto il Paese"

Genova. Due volte alle Olimpiadi, due volte nel giro del mondo. Francesca Clapcich e la vela: un rapporto forte, all’insegna della polivalenza. Dopo aver coronato il sogno a cinque cerchi con la partecipazione ai Giochi di Londra 2012 (laser) e Rio 2016 (49er), il passaggio alla regata in equipaggio più lunga e dura: The Ocean Race. E questa “seconda volta” sarà speciale grazie al primo storico arrivo in Italia. Anche per la velista triestina l’approdo a Genova avrà un sapore speciale. Dal 24 giugno al 2 luglio sarà davvero un “Grand Finale” con l’Ocean Live Park nel Waterfront di Levante che sarà epicentro di una straordinaria festa per chi ama la vela e il mare.

La flotta ha superato lo storico riferimento di Capo Horn ma le grandi sfide meteorologiche non sono ancora finite. La coppia di testa formata da Team Malizia e Team Holcim-PRB si trova in queste ore nelle condizioni meteo più difficili della tappa: venti di burrasca e mare agitato e caotico.

Francesca conta i giorni che la separano dal ritorno a bordo di 11th Hour Racing. Ha lasciato il posto a Justine Mettraux per la “super tappa” da Cape Town a Itajaì, ma è pronta proprio in Brasile a tornare a bordo per la successiva rotta verso Newport e, poi, il ritorno in Europa.

“Sono incollata sul tracker – sorride Francesca – per questa tappa che non finisce mai. È la più lunga di 50 anni di The Ocean Race. Sono 12500 miglia sulla carta, poi ovviamente in mare son sempre molte di più. Gli equipaggi hanno attraversato i 3 Capi, Buona Speranza, Leeuwin e Horn affrontando situazioni davvero complicate. E non è ancora finita”.

Team Malizia e Team Holcim-PRB sono separati da meno di 20 miglia. I due equipaggi sono impegnati in una lotta intensa che si preannuncia combattuta fino all’arrivo stimato, ad oggi, per domenica 2 aprile. 11th Hour Racing Team è in terza posizione e Biotherm in quarta mentre Guyot environnement Team Europe, ritiratosi in questa tappa per problemi allo scafo, sta raggiungendo Itajaì dopo aver attraversato l’atlantico e lavorato alla soluzione del problema.

Dopo questa tappa “record” gli equipaggi avranno due settimane per riposare e lavorare sulle barche. Il 21 aprile ci sarà la In Port Race e domenica 23 si ripartirà in direzione nord, verso Newport. Francesca Clapcich si proietta già verso il Grand Finale di Genova e sottolinea il positivo impatto che potrà avere per la promozione della vela in Italia.

“E’ una grandissima opportunità per Genova e tutta l’Italia. Il capoluogo ligure è una scelta perfetta come approdo finale e sarà un orgoglio per tutto il Paese. Speriamo che questa edizione rappresenti l’inizio di una virtuosa collaborazione tra The Ocean Race, Genova e l’Italia”.

L’arrivo nel Mediterraneo è una prima assoluta e Francesca analizza così l’ultima tappa. “Molto interessante perché spesso il Mediterraneo è una bella insidia: ci possono essere condizioni molto complesse e brezze molto leggere e quindi sarà una tappa lunga dove bisognerà mantenere i nervi saldi fino alla fine perché il risultato non sarà scontato fino a quando non taglieremo la linea d’arrivo”.

Prima di ritornare a bordo Clapcich sottolinea anche gli obiettivi di 11th Hour Racing Team. “Il primo obiettivo del nostro team è quello della sostenibilità, e soprattutto della Carta dei Diritti per gli Oceani. E’ qualcosa che ci tocca da vicino, tocca da vicino tutta la regata e dovrebbe esser tenuto in grande considerazione da tutte le persone. Viviamo il mare e, specialmente in Italia, ci sono moltissimi chilometri di costa, numerose città costruite sul mare. È tempo di cambiare ovviamente anche il modo in cui trattiamo il mare, il modo in cui ci approcciamo agli sport e alla vita in generale attorno agli oceani. Sarà un’emozione fortissima, io sarò a bordo per l’ultima tappa, quindi riuscire ad arrivare in Italia, da italiana, sarà fantastico”.

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