Auspicio

Il ministro Zangrillo vuole tornare alle vecchie province: “Chi le rappresenta sia eletto dal popolo”

Il titolare della Pubblica amministrazione a Genova per le celebrazioni del 162esimo anniversario dell'Unità d'Italia. La riforma fiscale? "Lo sforzo è andare incontro ai dipendenti"

zangrillo

Genova. “Io auspico per le province un ritorno alla situazione pre Delrio. La legge Delrio ha mortificato le province e i fatti ci raccontano che è stata una soluzione infelice”. Così Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, oggi a Genova per le celebrazioni del 162esimo anniversario dell’unità d’Italia presso la tomba di Giuseppe Mazzini a Staglieno.

“Quindi – ha proseguito il genovese Zangrillo – io penso e spero che si possa tornare ad attribuire alla province delle deleghe che le consentano di giocare il loro ruolo, con il corollario che chi rappresenta quelle istituzioni sia votato dal popolo“.

Ieri, intanto, è arrivato in Consiglio dei ministri il via libera al disegno di legge sull’autonomia differenziata, riforma sostenuta tra gli altri anche dal presidente ligure Giovanni Toti. “Nessuno si è inventato niente, l’autonomia è prevista in Costituzione – ha commentato il ministro -. Il desiderio è quello di dare la possibilità alle Regioni di esaltare le loro virtù e capacità e quindi delegare le materie per cui c’è la possibilità di fare meglio dello Stato centrale. Ne abbiamo 24, Regione per Regione, insieme allo Stato, si deciderà quali attribuire”.

Come ha spiegato ieri Toti, la Liguria sta già completando l’iter per richiedere l’autonomia in alcuni settori, “a cominciare da quello della logistica e della portualità, assi portanti del nostro territorio e della nostra economia”.

Tra i provvedimenti approvati ieri anche la delega sulla riforma fiscale. Il piatto forte è la nuova Irpef con tre aliquote: le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%. E poi Iva azzerata per i beni di prima necessità, stop alle comunicazioni nei mesi di agosto e dicembre. Ma anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. Ma per i sindacati, in particolare la Cgil, a essere colpiti saranno i lavoratori dipendenti: “Io mi sono rotto le scatole – dice il segretario Maurizio Landini -. Non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”.

“Lo spirito della riforma fiscale è avere un sistema fiscale equo – replica Zangrillo – che non sia considerato vessatorie da cittadini e imprese, quindi il vero sforzo è soprattutto andare incontro a quelli che oggi pagano le tasse, che sono soprattutto i lavoratori dipendenti“.

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