Il processo

Femminicidio di San Biagio, il pm chiede l’ergastolo per Cannella ma esclude la premeditazione: sentenza il 28 aprile

La difesa ha chiesto la perizia psichiatrica che non è stata concessa. Clima meno teso in aula tra i parenti grazie al gesto distensivo di uno dei figli della vittima

omicidio san biagio sebastiano marzia 2

Genova. Il sostituto procuratore Federico Panichi ha chiesto l’ergastolo per Sebastiano Cannella, l’operaio di 58 anni che lo scorso luglio ha ucciso la moglie Marzia Bettino nella dependance di pertinenza della loro villetta a San Biagio in Valpolcevera utilizzando una corda da stendere.

La Procura però, pur avendo inizialmente contestato all’uomo la premeditazione dell’omicidio, oggi l’ha esclusa: non sono emerse prove che l’uomo abbia maturato nelle ore precedenti il progetto del delitto che potrebbe invece essere stato frutto di un raptus dopo l’ennesimo litigio. Lo stesso Cannella ieri aveva ricordato che dopo l’ultima lite era andato a prendere una boccata d’aria poi era tornato in casa e come in un blackout aveva visto la moglie morta mentre lui aveva in mano la corda con il nodo scorsoio anche se a una domanda dell’avvocato Del Deo sul perché quella corda aveva poi detto: “Perché volevo fare star zitta mia moglie”. I due si stavano separando e la tensione era molto alta anche perché la donna era la proprietaria della villetta che Cannella aveva contribuito a ristrutturare, ma lei lo aveva allontanato da casa consentendogli tuttavia di abitare nella dependance.

Il pm nella sua requisitoria finale questa mattina ha parlato della necessità di “una pena esemplare per contrastare i femminicidi” a cui ha replicato il legale di Cannella Fabio Strata che ha sostenuto come invece Cannella vada punito solo per i fatti per i quali sarà ritenuto responsabile.

Dopo le tensioni in aula di ieri che hanno richiesto addirittura l’intervento dei carabinieri, stamani il maggiore dei figli di Cannella si è avvicinato ai parenti dell’uomo in segno distensivo ricordando come il dolore per quanto accaduto accomuni tutti. I due ragazzi, 29 e 31 anni, si sono costituiti parte civile contro il padre e stamani, assistiti dall’avvocato Francesco Del Deo, hanno chiesto il risarcimento in sede civilistica.

Il difensore di Cannella, che aveva chiesto la perizia psichiatrica per l’operaio ma era stata rigettata dalla corte, ha ribadito la richiesta nella discussione finale chiedendo in subordine la concessione di tutte le attenuanti.

Ieri il il consulente del pubblico ministero, lo psichiatra Maurizio Fato, ha descritto Cannella come una persona con un disturbo paranoide narcisistico ma capace di stare in giudizio, stamani il medico legale consulente della difesa ha spiegato che servirebbero ulteriori esami per stabilire se davvero Cannella è in grado o no di intendere e di volere. La sentenza è stata fissata per il prossimo 28 aprile.

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