Diritti per tutti

Famiglie arcobaleno in piazza a Genova con le storie di Michele, di Ilia e di tanti altri: “Assurda dicotomia tra la politica e la realtà”

Oggi il presidio organizzato per dire no alle scelte del Governo in materia di famiglia non tradizionali

Genova. “Sono un padre da 11 anni di due gemelli insieme a mio marito con cui vivo da 17. Famiglie come la mia esistono nel mondo da oltre 30 anni in tutto in mondo, in Europa, in Italia e perfino in Liguria. Ma il nostro governo non solo non vuole riconoscerle ma vuole imporre un modello di famiglia unico senza prendere in considerazione il fatto che la realtà del nostro paese comprende una varietà di famiglie di colori e di affetti”. Esordisce così Michele, per raccontare la sua storia, quella del marito Esteban e dei loro bambini. E’ solo una delle tante storie di famiglie non tradizionali raccontate oggi in piazza nel presidio organizzato dal coordinamento Liguria Rainbow per dire ‘Giù le mani dai diritti’ dei bambini.

“Siamo qui per manifestare il nostro dissenso contro la decisione del governo di opporsi alla trascrizione dei certificati di bambini con genitori dello stesso sesso – ha spiegato Michele – Tutto questo è iniziato con Milano, quando il governo ha ordinato al sindaco Sala di non trascrivere più questi certificati Questo significa che i nostri figli di punto in bianco sono orfani di un genitore. Certo, siamo a Genova dove questa situazione è iniziata da anni con l’attuale sindaco che non ha mai permesso la trascrizione e si è opposto alla decisione dei tribunali che l’avevano ordinata”.

Ma nella società la situazione è diversa: “i nostri figli hanno una realtà fatta di scuola, sport, amici, amore che ricevono dalla loro famiglia e dal contesto sociale – ha detto Esteban -. La realtà è completamente distaccata da quello che la politica ci vuole far credere. C’è una grandissima dicotomia tra quel che la politica vuole rappresentare e la realtà dei fatti. Non permettere alla legge di tutelare tutti i cittadini e tutti i bambini è grave”.

Il riferimento è alla decisione della commissione del Senato alle politiche europee che proprio nei giorni scorsi ha espresso un parere negativo sulla proposta del regolamento europeo di uniformare le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli stati dell’Unione.

Una storia simile a quella di Ilia e Silvia, del loro bimbo Giorgio felice delle sue due mamme che si alternano nelle incombenze domestiche e sono unite dall’amore per il loro bimbo ed emozionate per il fratellino in arrivo. Ma poi c’e la burocrazia che non consente a Silvia di essere una mamma per lo Stato e la paura che se a Ilia succedesse qualcosa, Silvia non possa tutelare fino in fondo i suoi figli: “Con Silvia abbiamo chiesto il riconoscimento alla nascita, ci è stato negato, abbiamo iniziato il percorso della stepchild adoption per far sì che Silvia diventi madre di Giorgio davanti alla legge, ma lei la madre di Giorgio lo è sempre stata ancor prima di concepirlo, non potrei immaginare madre migliore di lei, per questo nanetto di due anni”.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.