“C’era un difensore molto più veloce di lui. Lo ha anticipato e ha condotto la palla per venti metri impedendogli col corpo di accostarsi ed entrare in tackle. Era fortissimo“. Questo l’aneddoto scelto per descrivere i primi passi nel calcio di Eddie Salcedo dal suo allenatore Rodolfo “Rudy” Traverso. L’allenatore ripercorre i tempi del Merlino 8 Marzo di Sestri Ponente del talento del Genoa, club ora solo di Scuola calcio in cui ha militato dai 9 agli 11 anni prima di passare al Grifone di cui è tifoso. “Aveva iniziato da poco alla Genova Calcio, sono riuscito a convincerlo a venire con noi con cui è stato tre anni, anche se il responsabile rossoblù Michele Sbravati lo aveva già adocchiato”.
Sabato, il goal che ha sbloccato la partita contro il Brescia, il secondo in stagione dopo quello contro la Spal. Un rilancio nella sua Genova dopo l’esordio a 16 anni, il passaggio all’Inter di Conte e al Verona. “Sì, ci siamo sentiti dopo il goal – commenta Traverso -. Penso che possa diventare un ottimo giocatore di Serie A. Per caratteristiche, lo vedrei bene in Premier League. Ma deve rimanere sereno: le pagine sui giornali per essere stato tra i più giovani italiani a esordire in Serie A e subito l’Inter forse non gli hanno fatto bene. Pensare che per Conte non era la ‘quinta’ punta dopo Pinamonti”.
Sono tanti i “talenti in potenza” dei settori giovanili, ma solo in pochi arrivano ai grandi palcoscenici. Salcedo aveva qualcosa in più? Traverso identifica due elementi: “Le doti tecniche erano evidenti, in particolare un tiro che era una frustata. Ma le cose che spiccavano erano due: la facilità con cui apprendeva nuovi gesti tecnici e il fatto che già da piccolo si occupasse della squadra chiedendomi il perché di certe scelte“. Un difetto? “Beh -aggiunge sorridendo – un difetto c’era. Era troppo innamorato del pallone, ma pian piano ci abbiamo lavorato. La leva 2001 aveva tanti bravi giocatori. Lui, con il candore di un bambino, mi diceva che non la passava perché con lui era al sicuro. In effetti, non aveva tutti i torti”.
“Lo vedo bene nel Genoa, se rimane tranquillo e resta il ragazzo che ha sempre voglia di migliorarsi potrà fare le fortune del club rossoblù per il quale tifa. Ha un forte senso di attaccamento per le maglie che indossa. Era già al Genoa, io e i suoi compagni della Merlino eravamo passati al Multedo. Veniva sempre al campo per tirare a ripetizione e per stare vicino ai vecchi compagni. Non da tutti“.
Conclude così l’esperto allenatore genovese, prima di tornare sul campo ad allenare i piccoli giocatori e giocatrici del Merlino 8 Marzo. Nella speranza di trovare il nuovo Salcedo? “Lavoriamo soltanto con i piccolissimi, la nostra politica è dare spazio a tutti e far divertire i ragazzini che poi andranno in altri settori giovanili. In ogni caso, siamo sempre vigili nel provare a identificare nuovi talenti”.