Il punto

Covid, Icardi: “Per ora questione archiviata, nel 2023 servirà una nuova campagna vaccinale”

Su 100 ospedalizzati positivi in Liguria 72 sono ricoverati per altre cause. L'epidemiologo: "Nel 2024? Impossibile saperlo, potrebbe anche diventare come il raffreddore"

icardi vaccino

Genova. Questione archiviata? Per la stagione che volge al termine sì, ma per il prossimo inverno sarà necessaria una nuova campagna vaccinale in modo da proteggere dal Covid (e dall’influenza) almeno i soggetti più a rischio. È quanto afferma Giancarlo Icardi, direttore dell’unità operativa di Igiene dell’ospedale San Martino di Genova, facendo il punto della situazione a poco più di tre anni dall’inizio della pandemia.

Nessuna preoccupazione per quanto riguarda gli ospedali: “C’è stato un piccolo rimbalzo a fine gennaio, ma era atteso perché i virus influenzali sono arrivati in anticipo e ora scesi – spiega Icardi -. A livello di ospedalizzazione parliamo di un passaggio da 4 a 6 ricoverati al San Martino, numeri irrilevanti dal punto di vista sanitario. Sta succedendo quello che ci si aspettava. La stagione è stata abbastanza buona e, considerato che siamo a marzo, non si ipotizzano colpi di coda“.

Il bollettino giornaliero della Regione Liguria aggiornato al 1° marzo conta 100 ospedalizzati (di cui 2 in terapia intensiva), ma di questi 72 sono ricoverati per altre cause non correlate al Covid. Al San Martino i pazienti con tampone positivo sono 22, di cui 2 in terapia intensiva. In totale ci sono 6.492 casi accertati. Si continuano a registrare deceduti (ieri due donne a Pietra Ligure e Lavagna), anche se non viene specificato – come mai è stato, del resto – se il Covid sia tra le cause della morte.

“Dal punto di vista pandemico, a livello nazionale tutti gli indicatori sono in discesa, compresa l’incidenza sulla popolazione – conferma Icardi -. Certo, ci può essere un po’ di sottostima perché tanti tamponi antigenici fatti a casa non vengono nemmeno notificati. Nel frattempo sono usciti i dati che hanno fatto capire come nei soggetti vaccinati con almeno tre dosi (in Italia siamo all’85%) la capacità di diffondere il virus da parte dei positivi dura per 4 giorni, mentre nel soggetto non vaccinato da più di sei mesi è di 8 giorni. Questo significa anche minor circolazione”.

Dunque, “per la stagione attuale la questione è archiviata”. Ma la pandemia non è finita del tutto: “Siamo in una fase di transizione: nel 2023-2024 ci attenderà ancora una certa stagionalità e quindi una campagna di vaccinazione indirizzata ai soggetti a rischio, con un’unica dose contro Covid e influenza”. E nel 2024-2025? “Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Il coronavirus potrebbe prendere la via degli altri quattro umani che conosciamo e diventare come il virus del raffreddore. E a quel punto non sarebbe neanche conveniente affrontare i costi per vaccinarsi”.

Nell’ultima settimana in Liguria sono state 663 le persone vaccinate fra prima e seconda dose, booster e quarta dose. Un numero irrisorio, se si pensa che nelle fasi più critiche della prima campagna vaccinale si sfioravano le 20mila dosi somministrate al giorno. Ad oggi nella nostra regione sono 202.051 le persone immunizzate con la quarta dose, che può essere ricevuta da tutti gli over 12 ma che resta consigliata in via prioritaria alle categorie più fragili.

Passando all’influenza, secondo il sistema di monitoraggio InfluNet l’incidenza in Liguria è del 7,10 per mille, col dato più alto nella fascia 0-4 anni (14,31 per mille). E sempre sull’influenza, spiega Icardi, “è uscita in questi giorni la nota dell’Oms sulla composizione del vaccino che useremo a ottobre 2023 per la prossima stagione. Non ci sono grosse novità: come sempre il preparato è basato sui ceppi che stanno circolando nell’emisfero australe e in parte su quelli circolati nel nostro emisfero quest’anno”.

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