Vexata quaestio

Capolungo, verso un accordo tra Comune e residenti: Tursi pronto ad acquistare le case sul ciglio della frana

Incontro tra il vicesindaco Piciocchi e i proprietari delle case inagibili dal 2014. A maggio partiranno i lavori in mare

capolungo

Genova. Dopo quasi 10 anni di contenziosi incrociati tra Comune, Demanio, assicurazioni e privati, la soluzione per almeno una parte della vicenda della frana di Capolungo, a Nervi, potrebbe essere vicina.

Ieri si è tenuto un incontro tra il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi e alcuni dei 19 sfollati dai quattro edifici a picco sul versante di falesia crollata nel gennaio 2014 e poi di nuovo nel 2019 e 2020.

L’amministrazione comunale, che nel 2016 si è vista imporre dal tribunale civile l’esecuzione urgente dei lavori di messa in sicurezza – in questo ordine – dei fabbricati, della falesia e della parte a mare, ha impugnato quell’atto (tuttora sub iudice) e ha più volte dichiarato di non avere alcuna intenzione di procedere con il progetto.

Però ieri c’è stata una schiarita: “Abbiamo proposto ai proprietari una transazione – spiega Pietro Piciocchi – il Comune è disponibile ad acquistare gli immobili anche sulla base della stima di valore già effettuata dal tribunale, e poi a demolirle, le persone che abitavano in quelle case di Capolungo ormai hanno trovato una sistemazione altrove da tempo e credo che anche per loro l’obbiettivo sia chiudere la vicenda una volta per tutte“.

Da capire se tutti i proprietari accetteranno le condizioni di palazzo Tursi che, in ogni caso, ha intenzione di aprire un contenzioso con il Demanio. “La falesia è di responsabilità in parte demaniale e in parte privata – continua Piciocchi – il Comune è disposto a impiegare risorse anche importanti per l’interesse pubblico ma è più complicato oltre che poco corretto che le spenda per tutelare interessi che sono principalmente privati”.

Perché se da una parte c’è la questione dei privati e delle case ormai inagibili (peraltro uno studio dell’Università di Genova ha indicato un peggioramento delle condizioni di stabilità della falesia) dall’altra c’è quella dell’interesse pubblico e quindi degli interventi che dovranno essere effettuati per garantire la sicurezza della strada, l’Aurelia, e della ferrovia.

L’intervento sulla falesia progettato per “salvare” le case, dal costo di 8 milioni, secondo palazzo Tursi è improponibile. “Non solo per i costi ma anche per la complessità intrinseca – continua Piciocchi – si tratterebbe di far lavorare gli operai in quota, in condizioni di rischio estremo e non affatto semplice trovare chi sia disposto a farlo, inoltre per posizione la gru necessaria all’intervento bisognerebbe instaurare un senso unico alternato sulla Aurelia per tutta la durata dei lavori”.

Invece procede l’altro progetto, quello di messa in sicurezza della parte a mare, per salvaguardare la costa e quindi limitare l’impatto delle mareggiate sulla falesia. “E’ stata approvata la Via regionale e a maggio partiremo con i cantieri”, continua il vicesindaco.

Il tema Capolungo tornerà in consiglio comunale martedì con la presentazione di una mozione del Partito Democratico, mozione che, a questo punto, rischia di essere superata dagli eventi.

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