Terza categoria

Calcio-vergogna, arbitro preso a pugni e spintoni durante la partita: trauma cranico e 10 giorni di prognosi

A pochi minuti dalla fine dopo un cartellino rosso esplode la violenza in campo: poi la corsa in ospedale

arbitro ferito rissa ospedale

Genova. E’ finita con una lunga notte passata all’ospedale tra lividi e un trauma cranico la giornata di un giovane arbitro genovese, quasi linciato in mezzo al campo dai giocatori di una squadra di calcio di terza categoria, inferociti dai cartellini rossi ricevuti a seguito della loro condotta durante il match.

L’episodio della vergogna è avvenuto sabato pomeriggio nel campo di Quarto, dove si disputava l’incontro tra la Vecchio Castagna e la Dinamo Santiago. A dirigere il match il giovane Emanuele Pergola, 18 anni di cui gli ultimi due passati con il fischietto tra i campi di gioco dopo la regolare formazione Figc.

Mancano pochi minuti alla fine, e la squadra di casa conduce per 5 reti a 1. Una partita che sembra non avere più emozioni da regalare, quando all’improvviso si incendia: per un fallo laterale discusso un giocatore della Dinamo lascia partire una bestemmia “plateale e a gran voce – racconta Pergola – era inevitabile che applicassi il regolamento”, regolamento Figc che prevede in questi casi il rosso diretto. E così avviene. Dalla panchina degli ospiti arrivano le proteste veementi e violente: un giocatore entra in campo insultando e aggredendo verbalmente l’arbitro che, seguendo sempre il regolamento alla lettera, estrae un nuovo rosso.

campo quarto
Il campo di Quarto dove si è svolta l'aggressione

Scatta il delirio. Il capitano della Dinamo Santiago inizia a spintonare il giovane arbitro che non può far altro che estrarre nuovamente il cartellino rosso. “Mi ha strappato di mano il cartellino, peraltro con violenza e facendomi male – racconta Pergola – e lo ha gettato via. A quel punto decido che la partita deve finire lì e faccio per prendere il fischietto. Non faccio però in tempo che mi arriva un pugno diretto alla tempia“.

Emanuele, stordito dal colpo violentissimo e inatteso, riesce a fatica a rimane in piedi e a fischiare la fine dell’incontro, correndo verso gli spogliatoi inseguito dagli altri giocatori in una assurda caccia all’uomo, fermata solo grazie all’intervento in massa dei giocatori di casa che si sono frapposti tra arbitro e avversari. Finito il delirio, il giovane accusa dolori alla testa, e decide di correre al pronto soccorso dove gli sarà accertato un trauma cranico, per fortuna lieve, con almeno 10 giorni di prognosi. “Sono episodi che avvengono sempre più spesso su molti campi di gioco – racconta Pergola – anche l’anno scorso mi sono dovuto asserragliare dentro lo spogliatoio, mentre alcuni giocatori cercavano di sfondare la porta. E’ dovuta intervenire la polizia“.

La vicenda, ovviamente, avrà degli strascichi giudiziari. La famiglia del giovane arbitro, infatti, farà denuncia per quello che è successo, mentre il giudice sportivo darà pesanti squalifiche. Secondo alcune indiscrezione si sta muovendo anche l’Associazione Italiana Arbitri che da tempo sta chiedendo provvedimenti per tutelare maggiormente i suoi iscritti che ogni domenica rischiano la propria incolumità fisica per un sport che di sportivo sembra avere sempre meno.

“Purtroppo devo nuovamente condannare un bruttissimo gesto di violenza su un campo di calcio nella nostra regione – L’assessore regionale allo Sport Simona Ferro commenta così l’aggressione del giovane arbitro – Dieci giorni di prognosi con lividi e un trauma cranico, per un giovane arbitro genovese che ha semplicemente svolto con passione il proprio compito senza fare nulla di male, sono qualcosa di vergognoso. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà a Emanuele e mi auguro che situazioni di questo genere non siano più replicate sui campi di calcio liguri. Questi fatti fanno male a chi li subisce, ma anche a tutti i veri appassionati di sport sporcandone i valori più puri”.

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