Genova. Ancora un no all’attivazione del Pris per risarcire i cittadini danneggiati dai lavori di rimozione delle barriere fonoassorbenti sulle autostrade in Liguria. Il Consiglio regionale ha bocciato a maggioranza una mozione, presentata dal consigliere Pippo Rossetti e firmata da tutto il Pd, che avrebbe impegnato la giunta “a valutare la possibilità di attivare la procedura di attivazione del Pris a favore delle persone coinvolte ed eventualmente apportare le necessarie modifiche alla legge per renderla applicabile anche in questa situazione”, ma anche “a pretendere da Autostrade un cronoprogramma preciso e dettagliato relativo ai cantieri”.
“Questo documento così com’è non è votabile – ha risposto l’assessore Giacomo Giampedrone, proponendo di ritirare la mozione e richiamando l’aula alla “responsabilità” -. Alle regole attuali la norma non prevede la possibilità di applicare il Pris. Casomai c’è la possibilità di rivederla, ma lo decidete voi consiglieri, non la giunta. Lo strumento per indennizzare chi subisce un danno da Autostrade è la legge dello Stato. Il Pris è un tavolo concertativo e non si può imporre: se Aspi o qualsiasi interlocutore decide di non sedersi il tavolo finisce e ci sono i tribunali civili”.
I Pris, programmi regionali di intervento strategico, sono uno strumento previsto da una legge regionale del 2007 per garantire tutele sociali e risarcimenti a chi occupa immobili che interferiscono con la realizzazione di grandi opere infrastrutturali di interesse strategico nazionale e regionale. Con la vicenda del viadotto Bisagno, che passa sulla testa degli abitanti delle Gavette, la legge è stata estesa nel 2020 ai lavori di manutenzione straordinaria oltre i 4,5 milioni di euro e – pochi mesi fa – anche alle attività economiche danneggiate.
Estendere ai cantieri delle barriere antirumore l’utilizzo del Pris, “che fra l’altro non ha potere coercitivo sugli enti coinvolti, ne snaturerebbe del tutto i contenuti, per di più con un serio rischio di impugnativa dello Stato nei confronti di un nuovo impianto normativo che metterebbe a rischio la validità stessa di tutto il Pris, uno strumento che invece va preservato e tutelato per la grande efficacia che ha saputo dimostrare nel tempo – ha aggiunto Giampedrone -. Pensiamo ad esempio alla sua utilità in progetti e cantieri come Terzo Valico, Gronda, viadotto Gavette, per non parlare delle questioni legate all’ emergenza ponte Morandi, tutte situazioni affrontate con grande impegno dalla giunta regionale e dalle strutture tecniche dell’assessorato alle Infrastrutture”.
Alla fine la mozione è stata respinta con 19 voti contrari e 10 voti favorevoli. “La Regione non può lavarsene le mani dicendo che la competenza è di Roma – ha controbattuto il consigliere Rossetti, rifiutando di ritirare il provvedimento -. I cittadini si sentono abbandonati e presi in giro. La giunta deve fare cose, non dire che è compito del governo. Se poi la Regione ritiene che serva una norma del governo per ottenere questo, presenti un ordine del giorno in aula e noi lo voteremo. È condivisibile che la norma Priss per essere utilizzata ha bisogno di modifiche, abbiamo però registrato l’indisponibilità della maggioranza a votarla. Siamo convinti che la regione ha la responsabilità di attivare ogni misura possibile per migliorare le condizioni di vita dei cittadini liguri, ma non lo fa”.
“Da quando, dopo la tragedia del Ponte Morandi, sono state rimosse tutte le barriere fonoassorbenti autostradali moltissimi liguri sono costretti a vivere come in una piazzola di sosta ai bordi dell’autostrada: rumori costanti, anche di notte e con le finestre chiuse, polveri sottili, inquinamento acustico e ambientale, certificato in modo costante da Arpal – ricorda Rossetti -, Sono costretti a prendere psicofarmaci per riposare senza vedere soluzioni all’orizzonte. La data di inizio lavori in alcune tratte prevista da Autostrade è nel 2028, ciò suona come una beffa: aspettare dieci anni, dal 2018 al 2028, per iniziare a mettere le barriere fonoassorbenti non è accettabile. Bisogna ridare una speranza di giustizia a tutti coloro che soffrono da anni. Chiederò una commissione consiliare urgente perché Regione Liguria non si può defilare in questo modo ed è chiamata a dare risposte e a trovare il modo di occuparsi dei cittadini liguri. E penso anche che Regione Liguria debba pretendere da autostrade un cronoprogramma che anticipi le scadenze date finora, un cronoprogramma che non può prevedere l’inizio dei lavori nel 2028″, conclude Rossetti.
Secondo l’ultimo aggiornamento in Comune, metà dei cantieri su A7 e A10 si concluderà entro il 2024. “Vorremmo tutti le barriere rimontate domani mattina, ma poi verreste a dire che ci sono code e bisogna diluire i cantieri”, ha detto Giampedrone in risposta agli attacchi della minoranza. “Chiediamo che i lavori siano diluiti in sei anni anziché in dodici anni mentre i cittadini sono costretti a tenere le finestre chiuse in pieno agosto”, ha puntualizzato Rossetti.