Ultimatum

Ansaldo Energia, Fiom e Fim: “Crisi di liquidità e macchine ferme, pronti a tornare in piazza”

I metalmeccanici attenderanno "fino al 31 marzo" novità sul fronte della ricapitalizzazione: "Poi saremo costretti a chiamare di nuovo al nostro fianco la città"

Ansaldo energia, 13 ottobre: secondo giorno di proteste

Genova. “Chiediamo a tutti i lavoratori dei reparti di vigilare e di chiamare i delegati immediatamente se vengono a conoscenza di queste esternalizzazioni, impediremo a tutti i costi che le macchine vengano portate via dall’azienda”.

E’ forte l’appello lanciato dai sindacati Fiom e Fim agli operai della fabbrica genovese. I metalmeccanici sono più che preoccupati per le condizioni economiche dell’azienda e per quello che sta accadendo nei capannoni sul fronte dei macchinari e della “cassa”.

“La situazione in Ansaldo Energia è sempre più grave a causa di una drammatica mancanza di liquidità e di ordini – si legge in una nota congiunta – la fabbrica si sta praticamente fermando: non avendo i soldi per pagare i fornitori non arrivano i materiali, le condizioni degli impianti si stanno deteriorando velocemente“.

“Insieme al nuovo amministratore delegato (Fabrizio Fabbri, nominato pochi giorni fa, ndr) deve arrivare assolutamente la liquidità necessaria per salvare e far ripartire Ansaldo Energia: la ricapitalizzazione da parte di Cassa depositi e prestiti o un anticipo dal governo”.

Aspetteremo fino al 31 marzo – avvertono i sindacati – e poi saremo costretti a chiamare di nuovo al nostro fianco la città in decise forme di mobilitazione e lotta.

E poi il punto: “Figlia di questa drammatica situazione è anche il fermo delle macchine utensili nelle nostre officine: oggi a seguito dell’incontro avuto con la direzione aziendale è emerso quanto segue: delle 63 macchine che sono ferme dal 10 marzo per problemi relativi alla certificazione e a interventi necessari sulla sicurezza, nella giornata odierna ne ripartiranno 43″.

“Altre due – fanno sapere Fim e Fiom – verranno alienate (tornio Morando Megi e la Pressa) e le rimanenti 18 rimangono per adesso ferme in attesa di interventi che l’azienda auspica celeri. Su questo abbiamo detto all’azienda che i pezzi che già sono in Ansaldo Energia non devono essere portati fuori ma devono rimanere nelle nostre officine per poter essere lavorate da noi con le nostre macchine una volta messe a norma”.

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