Genova. Non una nuova sede della Marina Militare ma un centro dedicato alla formazione e alla divulgazione delle attività dell’Istituto Idrografico della Marina e, ormeggiata in banchina, la nuova nave dell’Istituto, commessa da 280 milioni in euro e in cantiere alla Fincantieri di Riva Trigoso. Questo è il futuro di Ponte Parodi, nel porto antico di Genova.
“C’è un accordo con il Comune di Genova e l’autorità portuale per l’espansione delle attività dell’istituto“. A confermare l’esistenza di un progetto concreto è stato Massimiliano Nannini, direttore dell’Istituto Idrografico che, quest’oggi, nel capoluogo ligure, ha ricevuto la bandiera per i 150 anni di attività. Ricordiamo che l’Istituto Idrografico della Marina, con sede a Genova, è l’organo cartografico dello Stato designato alla produzione della documentazione nautica ufficiale nazionale.
“Stiamo sviluppando un piano per portare a Ponte Parodi alcune capacità dell’Idrografico che si trova a Forte San Giorgio sopra Principe, come per esempio la biblioteca, o sale per la parte di formazione, an che con l’Università, e informazione – continua Nannini – l’istituto sta cambiando radicalmente, con la rivoluzione del digitale, e con l’arrivo di nuove tecnologie, gli spazi a Ponte Parodi saranno importanti per chi vi lavora e fa ricerca ma anche per la popolazione, inoltre sempre a ponte Parodi vedremo ormeggiata la nuova unità idrografica, una nave che ci permetterà di restare più a lungo ai poli, la zona del mondo privilegiata per studiare i cambiamenti climatici”.
Si tratterà di nuova unità oceanografica che prenderà il posto della decana Ammiraglio Magnaghi, in servizio dal 1975: “Un salto tecnologico determinante per rimanere al passo coi tempi – ha spiegato il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago – La Niom (nave idrografica oceanografica maggiore) rappresenterà un’eccellenza nel mondo tra le unità oceanografiche da ricerca. Oltre a possedere apparecchiature di ultimissima generazione, sarà il centro di un network costituito sia dai sensori della nave sia da moderni sistemi autonomi di pilotaggio remoto, di superficie, subacquei ed aerei, oltre a imbarcazioni minori simili in termini di tecnologia all’unità madre. Strumenti che permetteranno all’istituto di continuare ad acquisire informazioni legate all’ambiente marino, sopra e sotto la superficie”.
Sullo sfondo dei progetti per Ponte Parodi anche il fatto che in Liguria (alla Spezia) troverà spazio il nuovo “polo della subacquea” come confermato dal sottosegretario.
L’accordo tra Comune, Marina Militare e Autorità Portuale su Ponte Parodi rientra però in una partita più ampia, visto che in passato la Difesa ha ceduto all’amministrazione comunale la ex Caserma Gavoglio e cederà la Batteria Stella, nell’area del Waterfront Levante.
A Ponte Parodi ci sarà spazio, ha accennato Nannini, anche per la collocazione di alcun mezzi “unmanned”, per studiare la superficie e i fondali, oltre all’ufficio tecnico armamenti navali della Marina che oggi si trova appunto alla batteria Stella.
Il progetto di espansione che ha per protagonisti Comune, Marina Militare e Autorità Portuale su Ponte Parodi non dovrebbe essere inficiato dal contenzioso tra Adsp e Altarea, la società che aveva avuto la concessione per la riqualificazione dell’area (e che recentemente ha avuto ragione dal consiglio di Stato) perché relativo a un altro lotto, dove oggi insistono le società Santoro e Rimorchiatori Riuniti (per entrambe esistono già da tempo ipotesi di spostamento).
Altro tema è quello del “Polo nazionale della subacquea” che avrà sede alla Spezia, presso il Centro di supporto e sperimentazione navale. Il ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha detto proprio ieri a un convegno organizzato all’accademia di Livorno dalla Fondazione Leonardo – Civiltà delle macchine e Marina Militare, che “la legge di bilancio 2023 ha stanziato 2 milioni per la costituzione del Polo Nazionale della dimensione subacquea, per sviluppare competenze e potenzialità nazionali sotto la supervisione e il controllo della Marina Militare”.
“È un progetto a cui stiamo lavorando moltissimo, che si aggancia soprattutto ai poli di ricerca della provincia della Spezia, al settore della nautica, molto importante in quella provincia, ma non solo. I porti della Liguria stanno infatti diventando luogo di accesso per i grandi cavi internazionali portatori di fibra, quindi l’ambiente sottomarino sta diventando sempre più un elemento trainante dell’economia e della ricerca nella nostra regione – commenta il presidente ligure Giovanni Toti -. È un progetto a cui stiamo lavorando da tempo e che nei prossimi mesi e nei prossimi anni vedrà la costruzione di tutta una seria di sinergie, dall’università di Genova ai poli di ricerca, fino ai cantieri navali che ospitiamo, dai grandi siti militari di Muggiano e Riva Trigoso a quelli della nautica civile, che ad esempio sperimentano nuove forme di carburante. Insomma, sul mare corre il futuro, esattamente come in terra, grazie al Pnrr e gli altri piani di investimento che cambieranno l’Europa nei prossimi anni”.