Pochi metri

Un lupo filmato sull’acquedotto storico: l’incontro ravvicinato e le polemiche sui social

Una nuova documentazione incredibile della presenza dei 'Re dei boschi': ma se il lupo fa il lupo, e il cinghiale fa il cinghiale, l'uomo che fa?

Genova. Dopo l’ultimo avvistamento documentato nei giorni scorsi in un parcheggio di Molassana, dalla Val Bisagno arriva un nuovo filmato che ritrae un lupo ‘a spasso’ praticamente in città. L’avvistamento è stato fatto sull’acquedotto storico, nella parte di tracciato che collega Molassana con Struppa; a riprendere queste incredibili immagini Elisa Pezzoli, consigliera municipale e titolare della fattoria-ristoro Maixei ubicata proprio sul tracciato del condotto.

Il filmato è molto chiaro, registrato in pieno giorno, e tra i tanti girati in questi mesi, è forse quello che meglio fa riconoscere le fattezze dell’animale, rimasto a vista diversi secondi prima di scomparire nella macchia. Ma dopo la pubblicazione on line sui vari social – pubblicazione diventata virale in pochissimi minuti – immediata è scoppiata una doppia polemica.

La prima riguarda la reale identificazione dell’animale. Il dubbio in questi casi è sempre quello di confondere il lupo grigio appenninico con la razza ibridata e selezionata del cane lupo cecoslovacco. E sono infatti molti a mettere in dubbio il fatto che quello avvistato questa volta (come negli episodio precedenti) possa essere veramente un lupo, visto che in passato avvistamenti simili si erano rivelati poi di lupi cecoslovacchi “scappati di casa”. In questo caso, però, data la ‘qualità’ dell’incontro, le evidenze di trovarsi di fronte al ‘re dei boschi’ sembrano essere solide: dimensioni corporee ridotte rispetto ad un esemplare di cecoslovacco, il colore del mantello grigio scuro e uniforme che termina con la punta nera della coda, la quasi assenza della ‘maschera facciale’ bianca sul volto del canide, cosa che sul cane lupo cecoslovacco è solitamente molto ampia e visibile anche da lontano. E infine la postura e la dimensione della coda stessa. 

Generico febbraio 2023
Il lupo sull'Acquedotto Storico

In secondo luogo questa apparizione si inserisce in un contesto, quello dalla Val Bisagno, dove orami da tempo vengono trovate evidenze di passaggi di predatori, con resti di animali selvatici come cinghiali e caprioli ritrovati sui monti e nei boschi con evidenti segni di sbranamento. Ma non solo: diverse anche le segnalazioni raccolte tra possessori di animali da cortile di attacchi e sparizioni. In questo caso, però, ad esser indiziate sono anche le volpi e le faine, presenti da sempre in queste campagne. In ogni caso, come più volte sottolineato anche da parte di studiosi, la presenza del lupo in questa zona della nostra regione deve considerarsi oramai cosa assodata.

La seconda polemica scoppiata sui social riguarda l‘opportunità di pubblicare questi filmati e l’atteggiamento che l’uomo dovrebbe avere al cospetto di questo animale. Secondo moltissime persone, infatti, la pubblicazione di video e foto di questi incredibili incontri metterebbe a rischio la vita stessa degli animali, esponendoli alla ‘ritorsione’ dell’uomo. Una ritorsione che però ad oggi rimane severamente vietata dalla legge: il lupo è una specie altamente protetta sia a livello nazionale che a livello europeo. Almeno fino ad oggi. Inoltre, purtroppo e sicuramente, va detto, il timor di legge spesso non ferma bracconieri o sceriffi della doppietta, i quali però, va ugualmente detto, non hanno certo bisogno di un filmato su facebook per sapere che in Val Bisagno eventualmente ci sono dei lupi. Animali capaci di percorrere diverse decine di chilometri ogni giorno.

Infine l’eterna questione sul ‘lupo buono’ e il ‘lupo cattivo’: se da un lato ci sono schiere di persone che interpretano questa presenza come una ‘normale riappropriazione dei territori rubati dall’uomo’, e quindi come una buona notizia, dall’altro lato sono in molti a denunciare uno ‘sconfinamento’ pericoloso per l’uomo stesso. Probabilmente, però, sono al contempo vere e sbagliate entrambe le posizioni: il problema è il presupposto logico della questione, che di fatto ‘umanizza’ l’animale selvatico facendolo rientrare nelle categorie di buono o cattivo. Categorie che di fatto non esistono in Natura: il buono o il cattivo sono solo giudizi umani basati sulla relazione che l’uomo stesso ha e ha avuto in passato con un determinato animale.

Il lupo sull’acquedotto, come i lupi visti in questi mesi, si sta comportando semplicemente da lupo: gli esemplari solitari, quindi probabilmente in dispersione da branchi più numerosi, si spingono in zone urbane attratti dal cibo (la fattoria ristoro Maixei, infatti, ha una folta schiera di animali da cortile) o seguendo i movimenti delle prede come i cinghiali, presenti a centinaia nel bacino del Bisagno. Prede che nel caso degli ungulati troppo spesso sono foraggiati dall’uomo stesso, tanto da essere ‘convinti’, a suon di pane e focaccia, a rimanere in città. Della serie: vitto e alloggio gratis, what else? E poi dall’altro lato se è vero come è vero che il lupo può essere un pericolo per animali domestici, è anche vero che mettere sotto chiave le bestie, dopo aver investito su ricoveri magari non di fortuna come reti di letto o ferraglia da discarica, rimane una soluzione più che sufficiente per evitare spiacevoli sorprese (tenendo conto che per quanto riguarda i pollai i pericoli arrivano anche e soprattutto da volpi e faine). Nel medioevo non avevamo le griglie elettrosaldate e i negozi brico a portata di macchina, ce la possiamo fare.

Insomma, in questi casi, come spesso accade, se si vuole parlare di buono o cattivo, lo si deve fare solamente riguardo i comportamenti dell’uomo che da sempre piega la natura alle sue necessità, spesso però creando scompensi e provocando disarmonie. Resta però una situazione molto complessa legata alla presenza della fauna selvatica a Genova: ad oggi l’ipertrofica proliferazione dei cinghiali ‘urbani’ è ancora il problema più urgente per i territori di confine tra ambiente urbano e ambiente silvano. E purtroppo le contromisure prese fin qua non sembrano essere state adeguate alla situazione. Il lupo fa il lupo, il cinghiale fa il cinghiale. E l’uomo che fa?

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