Ricadute

Superbonus, i costruttori: “A Genova 2mila posti di lavoro a rischio, sarà un dramma”

Dopo lo stop arrivato dal Governo Forza Italia al lavoro per modifiche sul testo. Gli artigiani: "Pericolo chiusura per più di 15mila aziende"

Generica

Genova. Sarebbero oltre 2mila i posti di lavoro a rischio sul territorio genovese dopo lo stop del Governo al meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito per i bonus edilizi, in primis il Superbonus 110% in cui imprese e sindacati riponevano grandi speranze. La stima arriva da Ance Genova, associazione dei costruttori che lancia un nuovo allarme: “Il rischio è quello di una reazione dura da parte di cittadini e imprese esasperati dall’ennesimo provvedimento di modifica della disciplina in corso, con drammatiche ricadute sociali“.

La doccia gelata è arrivata ieri sera dal Consiglio dei ministri con un decreto varato a sorpresa proprio mentre diverse Regioni, tra cui la Liguria, stavano valutando di procedere all’acquisto dei crediti incagliati. Una “politica scellerata – l’ha definita il ministro dell’Economia Giorgetti – costata 2mila euro a ciascun italiano”. Mossa che tuttavia ha messo in crisi gli equilibri della maggioranza: Forza Italia, stando a quanto riportano alcune testate nazionali, ha chiesto modifiche al testo e si oppone all’approvazione del decreto attraverso il voto di fiducia.

“Lascia a dir poco sorpresi apprendere che tra le finalità poste alla base dell’approvazione del nuovo decreto vi sia l’obiettivo di risolvere il problema dei crediti incagliati quando, esattamente al contrario, lo stesso provvedimento blocca sul nascere iniziative ideate proprio per soccorrere imprese e professionisti – interviene oggi Giulio Musso, presidente di Ance Genova -. La nostra associazione, nei giorni scorsi, aveva lanciato l’allarme: bloccare l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici senza aver individuato alcuna soluzione alternativa significa, per il solo territorio genovese, porre centinaia di imprese in stato di grave crisi economico-finanziaria“.

“Il decreto governativo che prevede il blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura è una doccia fredda inaspettata che rischia di mettere in ginocchio un settore e imprese che hanno lavorato in assoluta legalità – aggiunge Barbara Banchero, segretaria di Cna Genova, una delle associazioni del mondo artigiano -. Solo in Liguria stimiamo circa 900 milioni di euro di crediti bloccati e si tratta di un cifra per difetto perché riferita prevalentemente al Superbonus, che non è l’unico strumento utilizzato. Basti pensare al bonus facciate con detrazione al 90%”.

“Nella provincia di Genova le imprese di costruzioni artigiane sono circa 10mila – aggiunge Banchero – e contando anche la filiera arriviamo a oltre 15mila aziende. Parliamo di un settore fondamentale per l’economia e di aziende che, come ha sottolineato a livello nazionale il nostro presidente di Cna Dario Costantini, dopo aver passato un’enorme crisi per il Covid si sono messe in gioco, hanno pagato i materiali, eseguito i lavori con tutte le difficoltà legate alle norme che in corso d’opera sono cambiate in continuazione, non sono state pagate e adesso rischiano la chiusura”.

Timori che erano stati espressi anche dai sindacati: “La nostra paura è che, finiti i lavori in corso, nei prossimi mesi tanti lavoratori vadano a casa“, spiegava a Genova24 Andrea Tafaria, segretario generale della Filca Cisl Liguria. L’impatto del Superbonus è stato notevole: basti pensare che nel 2022 la massa salari della Cassa edile regionale ha superato i livelli del 2008, cioè prima della crisi economica”.

All’attacco il Movimento 5 Stelle, che in Liguria aveva presentato una proposta di legge per lo sblocco dei crediti: “Vero che a Carnevale ogni scherzo vale, ma qui siamo andati oltre. Il Governo, infatti, getta la maschera e si mostra in tutta la sua inaffidabilità, gettando sul lastrico 40mila imprese, che sono (lo ricordiamo qualora se ne fossero dimenticati i sovranisti) il nostro tessuto sociale, il nostro terziario da sempre leva fondamentale nella nostra produttività. La scelta del governo Meloni è stata vile – dichiara il deputato del M5s Roberto Traversi -. Le imprese del comparto edilizio ora pagheranno caro le scelte scellerate di un esecutivo: il Superbonus aveva dato loro ossigeno, oltre che segnare una crescita record del nostro Pil”. Rincara la dose il senatore Luca Pirondini: “Tolgono il reddito di cittadinanza promettendo lavoro ma al contempo uccidono la norma che ha creato occupazione come nessun’altra iniziativa: ricordo, infatti, che il Superbonus 110% ha creato oltre 900mila posti di lavoro, peraltro in un settore per anni in forte sofferenza”.

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