Genova. “A quanto pare la mancanza di spazi dedicati agli studenti genovesi è diventata un’improvvisa priorità per il comune. In un contesto cittadino come il nostro, dove circa 30 000 locali rimangono sfitti e dove molti degli edifici già in mano al comune e all’università vivono uno stato di quasi totale abbandono, come studenti ci distacchiamo dalla strumentalizzazione delle nostre necessità per giustificare azioni repressive a danno di spazi di libera aggregazione sociale. E’ evidente come il comune voglia decorare di falsi buoni propositi una premeditata pulizia di tutti quegli ambienti che non producono un profitto diretto per il tessuto cittadino.
Il tentativo è di giustificare le loro manovre di riqualificazione cittadina (macchiata di una forte gentrificazione) con le evidenti mancanze dell’ateneo genovese”.
Questo il messaggio lanciato da alcuni studenti dell’Accademia Ligustica delle Belle Arti di Genova, che questa mattina hanno manifestato in piazza De Ferrari per portare la propria solidarietà al centro sociale Zapata, il cui sgombero pare sia imminente.
“Dietro lo sgombero del csoa Zapata non c’è alcun beneficio per gli studenti. Infatti, l’obbiettivo di questa giunta nello sgombero degli spazi sociali rientra perfettamente nelle intenzionalità del nostro sindaco manager di ridisegnare i quartieri cittadini, per isolare e cancellare gli ultimi spazi di dissenso verso le sue “grandi opere” come la funivia o il deposito chimico, guarda caso progetto pensato proprio per il quartiere di Sampierdarena”.

“Da questo sgombero, a mancare non è solo il beneficio, per gli studenti, ma il completo interesse da parte di questa giunta a rispondere alle necessità giovanili e studentesche – scrivono nel comunicato stampa letto durante il presidio – Come studenti/esse chiediamo che si venga a rispondere a problemi ben più massicci. La questione abitativa: Genova è una città che negli ultimi 3 4 anni ha visto un innalzamento insostenibile del costo degli affitti, e ultimamente anche delle bollette. Per non parlare della quasi totale mancanza di possibilità residenziali pubbliche. Un costo della vita insostenibile soprattutto considerando la dilagante mancanza di posti di lavoro fuori dal ricatto della precarietà, con contratti invisibili e/o degradanti che coinvolgono anche tutta la categoria degli studenti lavoratori”.
“Tutto questo a fronte di una vergognosa gestione dei fondi pubblici, investiti nella creazione di legami tra gli studenti genovesi e l’industria bellica, come gli ultimi stage e concorsi organizzati direttamente con Leonardo. I problemi da risolvere sono tanti e gravi e chiediamo con forza una risposta da parte di questa giunta, invece di usare le nostre nostre necessità per giustificare i suoi interessi. All’accademia mancheranno anche gli spazi, ma agli studenti sta venendo a mancare il diritto allo studio. Sollevando queste contraddizioni ci poniamo in solidarietà con tutti gli spazi sotto minaccia di sgombero”
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