Contestazione

“Iren stringe patti con l’azienda che ruba l’acqua ai palestinesi”, la protesta contro Mekorot sbarca a palazzo Tursi

Il consigliere di minoranza Mattia Crucioli con megafono in aula rossa: "Stravolto regolamento, questo tema è un tabù?". Sotto il palazzo del Comune bandiere della Palestina

Genova. Bagarre in consiglio comunale a Genova per la protesta messa in atto dal consigliere di minoranza Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) che, a suo modo, ha portato in aula il tema dell’accordo tra Iren, multiutility di cui il Comune di Genova è azionista, e Mekorot, società statale israeliana al centro di polemiche in quanto accusata di violazione dei diritti umani ai danni della popolazione palestinese.

La protesta contro l’accordo è andata in scena anche con un presidio sotto palazzo Tursi e con l’esposizione negli spalti del consiglio, nell’area destinata al pubblico, di una bandiera della Palestina, poi fatta rimuovere dalla polizia locale come da regolamento. Il consigliere Mattia Crucioli, con tanto di megafono, si è lamentato per non aver avuto la possibilità di discutere un articolo 55, un documento di approfondimento, durante la seduta di consiglio denunciando la violazione del consiglio comunale.

“L’articolo in questione è stato respinto stravolgendo il senso del regolamento comunale – attacca Crucioli – la conferenza dei capigruppo ha espresso un giudizio politico, votando contro un articolo 55 per via del suo contenuto, esulando dalle sue funzioni che sono meramente organizzative, e di fatto sostituendosi al consiglio comunale, l’unico organo che può accogliere o bocciare un’istanza. Sostanzialmente, secondo questa logica, è possibile discutere come mozioni di sentimento soltanto i temi che stanno bene alla maggioranza, mentre quelli scomodi restano tabù”.

Nel corso dell’intervento in aula c’è stata la replica del presidente del consiglio Carmelo Cassibba che ha contestato l’interpretazione di Crucioli. A supportare il consigliere di minoranza Fabio Ceraudo del M5s e Francesca Ghio dei rossoverdi. Al contrario, Ariel dello Strologo, Genova Civica, ha sostenuto che la conferenza capigruppo avesse dato la possibilità a Crucioli di affrontare diversamente il problema, magari in una commissione con la presenza di Iren e della giunta. Il Pd ha invece chiesto, ma non ottenuto, la sospensione dei lavori per avere maggiori dettagli su un accordo considerato “delicato”.

“Riteniamo fondamentale conoscere il parere del consiglio su questo accordo industriale – insiste Crucioli – auspicando che vengano assunte le responsabilità etiche e sociali invitando Iren a retrocedere dai suoi propositi in caso le denunce delle organizzazioni internazionali risultino veritiere”

Amnesty International già dal 2017 ha denunciato con prove documentali il controllo israeliano delle risorse idriche palestinesi, finalizzato a costringere i palestinesi a lasciare le proprie terre. Mekorot infatti avrebbe acquisito dall’autorità militare israeliana per una cifra irrisoria decine e decine di pozzi nei territori palestinesi occupati, arrivando a controllare il 90 % delle risorse idriche della Cisgiordania. Intere riserve idriche nella valle del Giordano sono state prosciugate.L’acqua, originariamente dei palestinesi, viene rivenduta da Mekorot ai palestinesi stessi a prezzi elevati e viene erogata in modo sempre più ridotto.

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