Genova. Lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Martino Simone Bonori, 36 anni, operaio specializzato, ferito gravemente sul lavoro ieri pomeriggio nello stabilimento di Ansaldo Energia a Fegino.
E questa mattina i colleghi di fabbrica hanno deciso di scioperare e scendere in piazza per chiedere più sicurezza. “Ansaldo: macchinari anni Settanta e zero investimenti, vergogna!” si legge su uno striscione portato stamani dai metalmeccanici davanti ai cancelli di Fegino. “Forza Simone, siamo tutti con te”, l’altro striscione, un messaggio disperato viste le condizioni dell’uomo.
L’incidente si è verificato nel momento da un tornio si è staccata una componente in metallo che ha sfondato una paratia che ha colpito l’operaio in pieno volto. Bonori è in coma farmacologico. “Le sue condizioni restano stabili nella loro gravità. La prognosi è riservata. Allo stato attuale il paziente non necessita di intervento chirurgico”, riporta il bollettino medico del San Martino di questa mattina. Il 36enne lavora da circa tre anni ad Ansaldo Energia. Abita in via Podestà, alle spalle di Pra’.

La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta e quindi sequestrato sia il macchinario sia la zona del reparto dove è avvenuto l’incidente. Il fascicolo questa mattina è stato affidato al sostituto procuratore Michele Longo, del gruppo Lavoro, che sta facendo un sopralluogo nel reparto dove è avvenuto il grave incidente.
Ieri in una nota Ansaldo Energia ha espresso “profonda costernazione per il gravissimo incidente in cui è rimasto colpito un lavoratore e segue con grande apprensione l’evolversi del decorso ospedaliero” precisando di avere prodotto “tutta la documentazione richiesta dalla Asl con l’obiettivo di fare immediata e piena luce sull’accaduto”.
Subito la reazione del sindacato: i lavoratori hanno scioperato già ieri e la protesta prosegue questa mattina: presidio davanti ai cancelli e poi corteo fino in piazza Massena e poi ancora verso Sampierdarena. Prima della partenza Federico Grondona, Fiom, coordinatore dell’Rsu, ha aggiornato i colleghi sulle condizioni di salute dell’operaio e ha attaccato duramente l’azienda per la vetustà dei macchinari.

“Quella di oggi è una giornata di tristezza ma anche una giornata di rabbia – ha affermato – le responsabilità di quanto è accaduto saranno accertate dalla magistratura ma non possiamo non fare una riflessione, la macchina su cui lavorava Simone è del 1979, ha 44 anni, chiunque potrà capire il grado di sicurezza che ti può dare una macchina di 44 anni fa, anche se è certificata”.
“Non si tratta di un problema di cultura della sicurezza, come ieri ha detto Rixi, la sicurezza è un problema di investimenti, bisogna metterci dei soldi, o si comprano macchinari nuovi o noi su questi macchinari non lavoriamo più, ci vadano a lavorare i dirigenti. Ecco a cosa serve la ricapitalizzazione”, ha concluso il sindacalista.
“La manifestazione si è svolta in un silenzio assoluto ma molto forte deve essere il segnale che abbiamo voluto dare” spiegano il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Andrea Capogreco, RSU Fim Cisl Liguria per Ansaldo Energia .
“Quello che è accaduto a Simone è stato drammatico, siamo tutti vicini a lui e alla sua famiglia. E’ un diritto lavorare in piena sicurezza, deve essere chiaro a tutti. Aspettando le indagini della magistratura, chiediamo però che l’azienda intervenga subito: c’è rabbia per quanto è successo nello stabilimento, vogliamo che la sicurezza sia una priorità senza se e senza ma”, concludono infine.
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