Oggi pomeriggio

In seicento in piazza per difendere lo Zapata: “Facciamo cultura e inclusione”, corteo fino a Sampierdarena fotogallery

Il 20 febbraio l'incontro con il sindaco Bucci, gli attivisti: "Vedremo cosa ci diranno"

Genova. Sono circa 600 le persone, tra attivisti o ex attivisti del centro sociale e degli altri spazi sociali della città e molti simpatizzanti, a sfilare questo pomeriggio a difesa dello Zapata. Il corteo, partito intorno alle 17 dalla stazione marittima in direzione ponente arriverà nello storico centro sociale di via Sampierdarena occupato 29 anni fa.

Uno spazio autogestito inserito da decenni nel tessuto sociale del quartiere con musica, attività politica ma soprattutto attività sociali e sport, dando opportunità di socialità a chi magari non può permettersi serate in locali costosi o altrettanto costosi centri sportivi.

“Siamo in piazza – spiega Lolly, attivista delegata a parlare con la stampa – proprio per ricordare a chi non ricorda cosa è il centro sociale Zapata e cosa sono tutti gli spazi sociali della città. Non solo musica ovviamente ma laboratori, palestra popolare, cucina sociale, sala prove. Siamo uno spazio di socializzazione e contaminazione per la città, abbiamo una biblioteca, una cineteca, abbiamo un sacco di spazio a disposizione del quartiere e di chi questo spazio lo vuole attraversare”.

Sulle proposte eventuali del Comune di Genova gli attivisti al momento non si pronunciano: “Noi leggiamo i giornali, sapete che il 20 ci sarà un incontro con il sindaco, lo sappiamo anche noi, vediamo cosa ci diranno”.

Il primo incontro tra gli attivisti dello Zapata e il sindaco Marco Bucci, che ha affidato il dossier al suo vice Pietro Piciocchi, è in programma infatti il 20 febbraio. A oggi, continua a non risultare alcuna ingiunzione di sgombero.

L’unico documento presentato dall’amministrazione all’indirizzo dello Zapata è una nota dirigenziale che chiede di ripianare un situazione di morosità legata ai canoni di concessione. Morosità che si aggirerebbe intorno ai 125mila euro ma su cui chi oggi porta avanti le attività dello Zapata ha espresso molti dubbi.

Il nodo, però, non è tanto quello economico quanto quello di programmazione: i Magazzini del Sale, come noto, sono stati “opzionati” dall’Accademia Ligustica per attività laboratoriali e senza quegli spazi l’istituzione non accetterà di sbarcare in un altro edificio di Sampierdarena che necessita di un rilancio, il palazzo noto come La Fortezza.

L’imminenza dello sgombero non è confermata neppure da fondi di polizia né dall’assessorato alla Sicurezza. Il vicesindaco Piciocchi ha dichiarato che lo sgombero è “l’extrema ratio”. E nonostante il pressing di alcune sparute forze politiche (la Lega) l’impressione è che nulla si muoverà prima dell’apertura di una fase di trattativa tra Comune e centro sociale.

“Allo Zapata faremo delle offerte di beni pubblici, che loro possono utilizzare anche a Sampierdarena ovviamente attraverso bandi come è concesso di fare a tutte le associazioni – ha detto questa mattina il sindaco Marco Bucci a margine del consiglio regionale – abbiamo tante soluzioni da proporre agli attivisti, sono certo che hanno tutte le condizioni in regola per partecipare a bandi, è chiaro che ciò presuppone il pagamento di un canone che per le associazioni può arrivare al 90% di sconto, però bisogna rispettare le leggi, non si possono occupare spazi pubblici senza rispettare le leggi”.

Dalla notizia dell’annunciato sgombero intanto sono state moltissime le pubbliche manifestazioni di sostegno e supporto all’attività culturale portata avanti dallo Zapata in questi anni tra concerti, eventi, presentazioni di libri, incontri e scambi di idee. In prima linea si sono schierati gli artisti oggi famosi che sul palco dello Zapata hanno avuto modo di suonare quando ancora non erano noti al grande pubblico: da Caparezza alla Bandabardò, passando per i Punkreas, i Tre allegri ragazzi morti e gli Statuto., al ‘disegnetto’ di Zerocalcare (il fumettista Michele Rech, autore cult da un milione di copie) con gli slogan “Giù le mani da dagli spazi sociali” e “Zapata non si tocca”..

E gli stessi attivisti qualche giorno fa hanno diffuso un video che mette in vetrina tutte quelle attività che in questi anni sono state portate avanti dagli attivisti, e che spesso restano fuori dal dibattito politico e cittadino: un viaggio all’interno del centro sociale per mostrare a tutta la città quello che succede dentro quelle mura.

Un video che mette in vetrina tutte quelle attività che in questi anni sono state portate avanti dagli attivisti, e che spesso restano fuori dal dibattito politico e cittadino: un viaggio all’interno del centro sociale per mostrare a tutta la città quello che succede dentro quelle mura.

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