Genova. Il porticciolo di Nervi è ancora al centro delle polemiche. Da giorni la nuova darsena a gradoni inaugurata nel 2021 dalla giunta Bucci si presenta invasa da mucchi di posidonia portati dal mare durante le ultime mareggiate.
Una situazione immortalata da numerose foto pubblicate sui gruppi social di quartiere e circolate in varie chat, non senza annotazioni ironiche. A parte il disagio di natura “estetica”, infatti, gli accumuli di posidonia sono noti per il loro odore abbastanza sgradevole.
“È stata avviata la procedura per la rimozione delle alghe con apposite ditte e pratica per lo smaltimento – ha risposto ieri il presidente del Municipio Levante Federico Bogliolo, interpellato indirettamente da un utente anonimo -. Ad oggi al porticciolo non sono terminati i lavori perché l’ultimo lotto di prolungamento del molo deve ancora iniziare. A lavori terminati sarà di gran lunga ridotto il rischio di deposito delle alghe”.
“Ricordo – ha aggiunto Bogliolo – che negli anni le alghe si sono sempre accumulate lato torrente. In ogni caso, mancano ancora dei lavori e in questo momento il rischio che le correnti le portino lì c’è. Ciò detto: è più di tre settimane che è stata avviata procedura per rimozione”.
Come riportato sul sito dell’Ispra, si tratta di un fenomeno assolutamente normale che riguarda molte aree costiere italiane, oltre ad essere un efficace protezione naturale contro l’erosione della costa. Le praterie di posidonia (tecnicamente si tratta di una pianta, non di un’alga, “hanno una notevole importanza ecologica” e sono considerate “un buon indicatore della qualità delle acque”.
“Le foglie che naturalmente cadono dalla pianta possono arrivare sulle spiagge in seguito a mareggiate e formare accumuli anche imponenti, fino ad alcuni metri di altezza, chiamati banquettes. La loro presenza nelle aree a vocazione turistico-balneare è poco gradita ai bagnanti che la considerano un rifiuto piuttosto che una componente naturale propria del litorale, e come tale, un fastidio da rimuovere”, riconosce l’Ispra. La rimozione prevede il successivo smaltimento in discarica.