Scarpini al chiodo

Beach Soccer, Alessandro Giovinazzo annuncia il ritiro: “Ancora una stagione, poi mi fermerò”

Capitano del GBS e uno dei primi portieri della nazionale azzurra: "Voglio essere ricordato come Batman e non come un pezzo di antiquariato da portare in giro”

Alessandro Giovinazzo

Genova. Ancora una stagione, poi sarà addio al beach soccer per Alessandro Giovinazzo, numero uno della GBS e una vera icona di questo sport in Italia.

Recordman di presenze in maglia biancorossa (in totale , ad oggi, 55), Giovinazzo è stato uno dei primi portieri della nazionale azzurra, ha disputato due Europei e un mondiale in Brasile a Rio De Janeiro nel lontano 2004 piazzandosi al 4° posto e vincendo il premio come miglior esordiente.

Una lunga carriera la sua, che terminerà tra qualche mese, prima, però difenderà ancora i pali della GBS per una stagione.

A dare la notizia è lo stesso giocatore che in una lettera, pubblicato in formato video sui social del club (in fondo il testo integrale), ha spiegato le motivazioni della sua scelta (“voglio essere ricordato come Bat e non come un pezzo di antiquariato da portare in giro”) e ringraziato la società.

Società che ha ricambiato le parole di affetto ricevute: “Batman Giovinazzo per noi è il nostro simbolo leader tecnico e carismatico di una squadra che negli anni è cresciuta e si sta trasformando: da una squadra nata tra amici in una vera e propria squadra di beach soccer. Con Alessandro siamo cresciuti in questi quasi 10 anni di beach soccer e cresceremo ancora con la sua ultima stagione tra i pali della GBS”.

“Non è ancora arrivato il momento dei ringraziamenti, ci sarà il tempo ed il modo, adesso Alessandro possiamo solo dirti forza, abbiamo un’ultima stagione da affrontare al meglio e regalarci per il nostro decimo compleanno qualcosa di speciale”, hanno concluso da GBS.

Ecco la lettera scritta dal numero uno della GBS:

“Ciao GBS, sono passati 10 anni e siamo ancora qui, di strada ne abbiamo fatta tanta, sia a livello chilometrico che a livello sportivo e societario. Dieci è un numero importante nel calcio e nella vita, basti pensare che nel calcio viene identificato con i nomi di Maradona e Pelè. E nella vita è il numero perfetto. Perfetto anche per me per dirti alcune cose che non ti ho mai detto. Sicuramente, cara Gbs, ti devo ringraziare perché in questi 10 anni mi hai dato la possibilità di vivere una seconda vita sportiva. Quando i riflettori del calcio giocato per me si sono spenti. Grazie a te ogni anno, c’è una giornata intera dedicata ai miei genitori. Grazie a te ho avuto la possibilità e l’onore di portare in giro per l’Italia il nome di Genova con la fascia da capitano al braccio e di essere sempre capitano orgoglioso di una serie infinita di amici che hanno corso e sudato per te, dandomi la possibilità di poter cementare ancora di più certi legami e di crearne nuovi. Ogni stagione, ogni tappa, ogni partita mi hanno sempre lasciato un bel ricordo. Ma credo che i più emozionanti siano stati l’inizio a Vasto, con la prima partita insieme a te, e, sempre insieme a te, siamo andati a vincere la Serie B a Napoli per poi approdare in Serie A e esordire in Coppa Italia ad Alghero. Ecco GBS vedi che strada ne abbiamo fatta parecchia? Bene, tutto questo per dirti un’ultima cosa…c’era, anzi c’è, perché è sempre dentro di me e con un me, una persona unica: mia mamma. Lei diceva sempre che c’è un tempo per tutto e il mio tempo al tuo fianco, alla fine di questa stagione, finirà. Perché voglio essere ricordato come Bat e non come un pezzo di antiquariato da portare in giro. Grazie veramente di cuore a tutti, per tutto quello che mi avete dato, per tutte le risate insieme, per tutti quei momenti indimenticabili che ogni volta che si raccontano si muore sempre dal ridere. Firmato il capitano, perché ‘ci sono vite che capitano e vite da Capitano’. Forza GBS!”

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