Pressing

Aree ex Ilva, appello di Msc: “Per noi sono importantissime, ci servono 50mila metri quadrati”

Vago: "Serve spazio per magazzini, contenitori e stoccaggio, lasciando la siderurgia al suo posto". Bucci: "Sono ben contento"

aree ex ilva cornigliano centrale

Genova. “Le aree ex Ilva? Per noi sono importantissime. Noi stiamo cercando 50mila metri quadrati e non riusciamo a trovarli”. Così il numero uno di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago, rilancia l’appello sugli spazi di Cornigliano, oggi tutti vincolati all’acciaio da un accordo di programma. Lo fa durante la “cerimonia della moneta” della Explora II in Fincantieri, la prima nave del gruppo costruita nello stabilimento di Sestri Ponente che segna idealmente un ulteriore sodalizio tra la compagna di Aponte e il capoluogo ligure.

“Penso che tutta la parte di logistica del territorio genovese abbia bisogno di spazi per magazzini, per la capacità di importare la merce, fare groupagistica, riempire contenitori, fare lo stoccaggio. Sarebbe una grande opportunità, lasciando la parte della siderurgia al suo posto ma dando l’opportunità a trasporto, magazzinaggio e logistica di avere uno sfogo. L’appello è a supportare il sindaco nel suo intento per avere queste aree libere per necessità che le nuove navi e i nuovi volumi porteranno su Genova”.

Un intervento in pressing che arriva a due mesi dalla manifestazione di interesse che quattro aziende (Msc Group, Ignazio Messina Number 1 Logistic Interglobo) hanno presentato al Comune di Genova per costruire a Cornigliano un hub di rilevanza nazionale che, secondo le previsioni dei proponenti, potrebbe dare occupazione a 400 persone: “Cooperative, facchinaggio, trasporto, carico e scarico della merce, passaggio al magazzino e riempimento contenitori è lavoro importante che richiederà tanto personale”, insiste Vago. La superficie totale occupata dall’ex Ilva è oggi di un milione e 200mila metri quadrati e oggi tasso di occupazione è di 6 addetti a ettaro. Tutte le aree però sono regolate dall’accordo per Cornigliano del 2005 che stabiliva che quegli spazi fossero tutti destinati alla siderurgia.

Sono ben contento di quello che ha detto Vago – commenta il sindaco Marco Bucci, che è sempre stato in prima linea per sostenere la riconversione di una parte di quelle aree -. Avere oggi una supply chain delle merci è un enorme valore, consideriamo che verrà digitalizzata completamente. Dobbiamo fare in modo che tutti i pezzi della blue economy arrivino a interessare Genova, che diventerà davvero il centro mondiale della blue economy. Usiamo il presente, buttiamo il cuore oltre l’ostacolo e lavoriamo”.

Così com’è chiara ormai anche la linea del governatore Giovanni Toti: se Acciaierie d’Italia avrà bisogno di tutto quello spazio nessuno penserà a ridurlo, ma se gli investimenti del piano industriale non garantiranno livelli di occupazione più alti i patti andranno ridiscussi. “Il Governo ha proposto un accordo di programma nuovo per il rilancio dell’acciaio in Italia, credo sia il momento per utilizzare quello strumento anche per una verifica del nostro accordo di programma“, specificava l’ultima volta il presidente ligure.

I progetti di Msc e degli altri big della logistica ansiosi di mettere le mani sulle aree inutilizzate di Cornigliano dovrà però scontrarsi con la linea “conservatrice” eretta dai sindacati e in particolare dalla Fiom e dalla Cgil:  “Noi dobbiamo difendere con i denti l’industria, questa non è una terra che può svilupparsi solo su turismo e logistica. Abbiamo bisogno dell’industria e pensiamo che non siano opportune tutte le discussioni sulle aree“, ribadiva il segretario generale Calà nell’avversario della morte di Guido Rossa. Più possibiliste le altre sigle, che però premettono: “Priorità all’acciaio”. La partita, insomma, è ancora tutta da giocare.

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