Impegno

Ansaldo Energia, tutti d’accordo in Regione: “Il Governo nomini subito un nuovo ad”

Ordine del giorno approvato all'unanimità: "Scongiurare le ipotesi di ridimensionamento e il rischio di chiusura"

sciopero ansaldo energia

Genova. “Sollecitare il Governo affinché, con l’azionista di maggioranza Cdp, si proceda nel modo più celere possibile per la nomina di un nuovo amministratore delegato dell’azienda“. È quanto chiedono all’unanimità tutte le forze politiche in Regione, firmatarie di un ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pd Luca Garibaldi e approvato oggi in Consiglio regionale dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Giuseppe Marino che dal 1° aprile sarà a capo del colosso Hitachi Rail.

Il documento impegna il presidente Giovanni Toti e la giunta regionale “ad attivarsi nelle sedi competenti per far sì che il Governo definisca con chiarezza le prospettive all’azienda tutelando l’occupazione, le capacità produttive e le competenze tecnologiche maturate, scongiurando le ipotesi di ridimensionamento e il rischio di chiusura, nella prospettiva di un piano di rilancio e riqualificazione industriale di lungo respiro”.

Tra le richieste al Governo, oltre alla nomina dell’amministratore delegato, si citano “l’attuazione del percorso di ricapitalizzazione annunciato e “il consolidamento del nuovo piano industriale necessario a impostare il rilancio dello stabilimento, tutelando la piena occupazione e la continuità della produzione, a garanzia dei lavoratori e nell’interesse del Paese, anche in considerazione del ruolo fondamentale che Ansaldo Energia riveste nella prospettiva di realizzazione della transizione ecologica prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Proprio oggi è previsto il primo incontro con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso per delineare la strategia per il rilancio dell’azienda. In assenza di certezze sui tempi della ricapitalizzazione, i lavoratori hanno minacciato di manifestare giovedì prossimo davanti al Festival di Sanremo. “La fabbrica – ricordano i delegati – sta morendo piano piano e il futuro dei 2.350 lavoratori diretti e dei 400 delle ditte di appalto è sempre più nero – ricordano i delegati – Sono sei mesi che attendiamo segnali concreti ma ad oggi sono arrivate solo vacue promesse mai realizzate”.

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